Stella
tra le più brillanti e controverse della scena dell’arte contemporanea, le sue
opere sono presenti nei maggiori templi dell’arte e vendute all’asta al suono
di milioni di sterline.
I
suoi lavori sono intrisi delle inquietudini e delle contraddizioni del nostro
tempo. Le composizioni e le installazioni utilizzano oggetti di vita
quotidiana, ricreano microcosmi isolati sotto vetro. Busti anatomici, animali
conservati in formaldeide, lettini chirurgici, mosche che sciamano attorno a
carogne sanguinolente. Il tema della morte, la decadenza, i fallaci meccanismi e le ambiguità
del progresso scientifico e medico, il mondo animale e umano sono gli interessi
di Damien.
Dice
oggi: “Credo che diventare un marchio di fabbrica sia un
momento importante della vita. E’ il mondo nel quale viviamo. Devi averci a che
fare, capirlo e cavalcarlo. Fino a quando non diventi la proiezione di te
stesso, non sarai in grado di fare altri Damien Hirst“.
Dicono
di lui: “Tutto il lavoro di Hirst tramanda, specchia, solca il tortuoso
tragitto della vita tra paura e desiderio”. Mario Codognato
“C’è una meditazione sulla morte tra Hirst e
Caravaggio, che a distanza di secoli è la stessa. Caravaggio mette in scena
attraverso la luce, una riflessione iconografica sulla morte. Damien lo fa
attraverso la vetrina, che è una forma di presentazione, come la cornice del quadro, all’interno del
quale attraverso materiali che non sono pittorici ma reali, realizza lo stesso
tipo di riflessione. La tecnica è diversa sono passati quattro secoli, l’arte
contemporanea ci ha educati alla possibilità di utilizzare i materiali della
realtà, quello che conta è come si formalizza l’input creativo. Nell’arte
classica c’era la rappresentazione; nell’arte contemporanea c’è la
presentazione dell’oggetto. Quello che conta è come l’oggetto viene
formalizzato. Le opere di Hirst sono forme di arte fredde, ma allo stesso tempo
una calda riflessione sulla morte. La sua non è un’arte frigida, è un’arte che
sviluppa un’informazione sul mondo della tecnologia, della chirurgia e scienza”.
Achille Bonito Oliva.