New York City è solo un insieme di
villaggi più piccoli, e l’East Village può a buon diritto essere considerato
l’unico autentico rimasto. A Midtown Manhattan sei accecato dai neon di Times
Square, schiacciato dai grattacieli di Sixth Avenue, e ipnotizzato
dall’infinito flusso dei pedoni che passeggiano su e giù lungo Fifth Avenue. Ma
il Lower East Side di Manhattan seduce per i suoi palazzi a dimensione umana e
le abitazioni dall’aria dimessa, per i negozi dei macellai polacchi, per le
panetterie ucraine, per le delizie ebraiche, i caffè dall’atmosfera
accogliente, e per i bar dove immergersi a notte fonda . Altri quartieri,
certo, hanno un grande fascino in alcune ore del giorno, ma l’East Village ti
manda in estasi in ogni momento.
In passato vero e proprio
formicaio dello spaccio dell’eroina, ora l’East Village è un quartiere molto
più sicuro e continua a mantenere un carattere funky e una tradizione bohemiènne.
Le crack house e le finte botteghe che un tempo spacciavano droga sono state
ormai chiuse, ma resta uno scenario interessante per l’arte e per la musica, e
per le tracce vibranti delle culture immigrate. Qui davvero puoi afferrare gli
strati della storia dell’isola. Diversamente dal West Village – con le sue case
caratteristiche e i negozi – l’East Village non è stato ancora visibilmente
invaso dai turisti.
Quattro passi nel quartiere … per fare shopping
Di giorno si può vagare lungo
Avenue A e avere la percezione che sia tutta per te, mentre i residenti se ne
stanno a casa a dormire fino a notte fonda. Ci si può fermare a leggere in uno
dei tanti café – come il Café Pick-Me-Up
o il Des Moines e poi fare un salto
da Fattah il sarto, che è in grado di confezionare su misura un abito anche
copiato dai migliori stilisti a prezzi incredibilmente ragionevoli. Per abiti
unici e super hype, vale la pena visitare la boutique della stilista locale Jill Anderson, sempre disponibile a
scambiare due chiacchere sul suo comodo divano. Oltre il palazzo c’è Cobblestones,
dove l’eccentrica proprietaria vende cappelli, guanti e scarpe vintage, e il
meraviglioso e stravagante negozio di giocattoli Dinosaur Hill. Se poi si è in vena di far regali un’idea per andare
a colpo sicuro è andare nello studio di Ramon
Nino, dove si possono trovare particolari gioielli d’oro e d’argento
classici e supermoderni. O se si desidera acquistare un abito vintage o un
oggetto kitsch di culto, allora è tappa obbligatoria quella da Love Saves the Day, negozio dove
Rosanna Arquette acquistò la giacca di Madonna indossata nel film “Cercasi
Susan Disperatamente”.
Una camminata lungo St. Mark’s
Place, un tempo chiamata 8th Street, è una vera e propria lezione di storia: al
numero 96-98 si attraversa il palazzo “Physical Graffiti”, raffigurato nella
cover dei Led Zeppelin. Oggi invece sorgono un centro per tatuaggi, il Sock Man e il gettonato negozio di
abbigliamento Trash & Vaudeville.
Sfortunatamente, dopo il successo riscosso da “Sex and the City”,
Patricia Fields ha trasferito il negozio dalla sede originale al numero 10. Una
delle migliori librerie in città è il St.
Mark’s Bookshop, con una selezione alternativa che riflette i gusti del
quartiere. Al posto di una vecchia scuola anarchica e del notori bagni gay
Saint Marks Baths sorge oggi Mondo Kim’s,
l’indirizzo giusto per trovare video e musica difficile da reperire. A due
passi il famoso Strand Bookstore,
famoso anche per il personale antipatico, che offre un’incredibile selezione di
libri usati.
Dining Out: una miriade di idee
Per mangiare qualcosa a buon
prezzo è d’obbligo un passaggio al ristorante ukraino Veselka, aperto giorno e notte fin dal 1937, epoca in cui sorgeva il noto Dutchman’s café, un
ritrovo di gioco d’azzardo e luogo di una rapina che ebbe come risultato
l’esecuzione dei membri della gang dei East Side Boys. Nella porta accanto c’è
il Ukrainian National Home and
Restaurant, ex ritrovo criminale dello Stuyvesant Casino, dove nel 1911 Big
Jack Zelig freddò Julie Morrello della gang Sirocco, rendendolo “l’uomo
più pericoloso di New York”. La band New Order si esibì nella sua prima
apparizione newyorkese proprio qui. Chi preferisce blintz di spinaci, faccia un
salto di fronte al B&H Dairy, un
ristorante kosher vegetariano dimenticato dal tempo. Per un pranzo salutare,
occorre dirigersi alla Liquiteria
per gli splendidi succhi di frutta freschi. Per i dolci, è la volta di una
sosta all’elegante pasticceria Black
Hound poco più avanti o alla più spartana Taylor’s Bakery, dall’altro lato della strada. Raffinato, il vicino
Bar Veloce serve vini eccellenti e
panini caldi.
Nella nuova zona trendy del Lower
East Side – anni fa area grungy al di sotto di Houston Street – hanno aperto
numerosi nuovi ristoranti, compreso l’eccellente ed elegante WD50, inaugurato recentemente dal
rinomato ristoratore Wylie Dufresne, un locale che compete con i ristoranti di
Uptown sia in qualità che prezzi. Più economico è il gradevole Alias. Un altro da non perdere è lo Schiller’s, di proprietà di Brian
McNally, artefice di alcune delle istituzioni in città come il Balthazar e il
Pastis. Anche il popolare DJ Moby si è lanciato nella ristorazione, con
l’apertura di Teany, un locale
vegetariano perfetto per il tea time. Per concludere con i pasti etnici si
segnala il famoso Katz’s Delicatessen,
una vera istituzione del Lower East Side fin dal 1888 dove Meg Ryan ebbe il
famoso orgasmo finto in “Harry ti presento Sally”.
E quando scende la notte…
Se la sera si ricercano i contatti
con la cultura della vodka, il KGB Bar
ospita letture al secondo piano, che in passato era un ritrovo di comunisti e
prima ancora era il Palm Casino, di proprietà del violento Lucky Luciano. Il
miglior cinema della città, il Sunshine
Theater, si trova a Houston Street in un ex teatro ebreo. Tonic è invece il locale ideale per
assistere a concerti di jazz sperimentale e di musica d’avanguardia, da quando
la Knitting Factory si è spostata a Tribeca ed è diventato un club rock. A
proposito di rock and roll, CBGB –
dove è nato il punk – va alla grande sulla Bowery. Se invece la stanchezza
prende il sopravvento, la destinazione è Sidewalk,
un locale che ospita intrattenimenti live se serve da sempre ottimi hamburger,
oppure il Detour, dove è di scena il
grande jazz ogni sera. Per gli amanti delle band metal/rock in versione
karaoke, il posto è Arlene’s Grocery,
ogni lunedì sera. Se si desidera ballare il secondo piano del lounge bar Uncle Ming’s ospita dj strepitosi e ha
il vantaggio di avere barman molto amichevoli. Ma forse uno dei modi migliori
per rilassarsi nell’East Village è di fare tardi fino alle prime ore dell’alba
giocando a biliardo in uno dei tanti bar. Non si sa mai chi si incontri in quei
locali.
Ricordi di Alphabet City
Per tutti gli anni Ottanta era un
suicidio visitare Alphabet City. Il pittore svizzero Hans Witschi acquistò un loft in 2nd Street nel 1990,
quando c’era ancora una crackhouse all’angolo della strada. A quei tempi nei
pressi di Avenue B sorgeva la Gas Station, una pompa di benzina trasformata in
club punk con tanto di spazio dedicato alle performance con una gigantesca
scultura di rottami giusto in faccia, oggi al suo posto sorge un ristorante
italiano alla moda. Ma il Nuyorican Poets Café, fondato nel 1973 come un centro
culturale di Porto Rico, continua ad ospitare poeti e gare di letteratura. Più
a Ovest, la 3rd Street sembra esemplificare l’ambiente del quartiere
che fu: l’eccentrico autore gay Quentin
Crisp ha vissuto qui al numero 46 per oltre 20 anni, al numero 48 sorgeva
la casa del jazzista “alien” Sun Ra
e la sua Arkestra, e di fronte il club Hell’s Angel ospitava le gang di
motociclisti fino a quando un incidente li spinse a cercare un’altra sede.
Il cuore del quartiere, Tompkins Square, già sede
dell’insurrezione del pane nel 1857 e accampamento dei senza tetto negli anni
’80, divenne luogo delle rivolte della polizia nel 1988. In mezzo la piazza ha
ospitato i concerti di Jimi Hendrix
and the Grateful Dead. Il Wigstock,
festival delle drag-queen, è stato fondato in questa zona nel 1985 da Lady Bunny e i suoi amici del Pyramid
Club (dove i Nirvana e i Red Hot Chili Peppers fecero la loro
prima apparizione a NYC). Chiuso dal sindaco Dinkins e rinnovato all’inizio
degli anni ’90, il parco ora accoglie il festival annuale di controcultura Howl, chiamato così come il poema dello
scrittore Beat Allen Ginsberg. William
Burroughs, compagno di stanza di Ginsberg cominciò a scrivere proprio qui
“Pasto nudo”. Non molto tempo fa il negozio all’angolo ti permetteva
di uscire come una copia di Iggy Pop,
che ha vissuto proprio oltre il parco alla Christodora House, o di Joey Ramone, nei suoi jeans
striminziti.