Le origini del suo nome sono incerte, ma più o meno tutte sembrano concordare con la provenienza nord-germanica del termine che in tedesco significa semplicemente “di Amburgo”. Una teoria molto attendibile afferma che questa forma di fast-food si sia diffusa negli Stati Uniti grazie all’importazione dalla famosa città anseatica di carne di rinomata qualità. Da qui i primi termini come “Hamburger steak” oppure “steak nach Hamburger art” (all’amburghese). Inoltre, all’esposizione mondiale di St Louis del 1904, è documentata la vendita di Rundstück (pane bianco rotondo) con Hackfleischfrikadelle, praticamente l’hamburger che conosciamo noi oggi.
In Italia d’altronde, uno dei termini per definire questa schiacciata di carne bovina macinata è proprio “Svizzera”, probabilmente per semplice raggruppamento dell’area germanofona. Dalle Americhe all’Australia, dai Poli all’Equatore, in pratica ovunque oggi è possibile mangiare un Hamburger. Il fatto è che, a causa della produzione massificata dovuta all’enorme successo delle catene di cibo-veloce, trovare un buon panino all’amburghese è cosa piuttosto ardua.
Qui, nella Germania del trend organico, si puo spesso cadere nel tranello dell’ormai conosciuto bollino verde, simbolo di prodotto da allevamento/coltivazione BIO. Anche se questo aiuta il consumatore nella scelta, non vuol dire che il bio-hamburger sia anche il più buono.
Ecco dunque un paio di posticini dove assaporare un delizioso panino berlinese all’amburghese.
Primo tra tutti è sicuramente il The Bird, vicino al Mauerpark. Hamburger dai nomi newyorchesi arricchiti da succose cipolle saltate, english-ceddar, bacon, ma anche con Blue-cheese di Stilton, funghi arrostiti o con uno shot di Vodka d’accompagnamento. Senza dubbio un po’ caro rispetto alla media di Berlino, ma anche l’unico a macinare freschi 250g di ottimo manzo tedesco. In aggiunta una selezione sempre diversa di bistecche provenienti dagli States o dal sudamerica. Il tutto sempre e rigorosamente scortato da patate tagliate a mano, lattuga e classico cetriolino.
Rimanendo a Prenzlauerberg, il Marienburger, nell’omonima strada, di fresca apertura ma generoso nelle porzioni e discreto nell’accoglienza: un buon classico Imbiss (fast-food). Scendendo ancora a sud si incontra sulla Torstrasse il Tartane. Questo ristorantino dall’alternativo design stile night – club, oltre ad un menu giornaliero, offre un unico hamburger che cambia creativamente i suoi ingredienti di settimana in settimana. Una chicca è mangiarlo seduti sull’unico balconcino da cui si gode tutto il locale.
Siamo arrivati a Kreuzberg, dove le catene di fast-food fanno fatica ad aprire. Qui si trovano alcuni dei migliori Imbiss della città e nonostante i numerosi Döner e Curry-wurst, le burger-haus lavorano da far paura. Yellow Sunshine, ad esempio, prepara i migliori veggy-burger della capitale con un assortimento di una ventina tra panini vegetariani e vegani, il tutto 100% biologico e a prezzi modici.
Infine, oltre allo storico Kreuzburger in Oranienstrasse con i suoi bio-burger e le patate “della nonna”, un posto sicuramente da provare è il “Burgermeister”. Il divertente nome (in tedesco Burgermeister significa Sindaco) non fa torto ai propri cuochi, veri mastri dell’Hamburger d’asporto. Poche variazioni ma molto cuore per questi panini serviti sotto la sopraelevata della U1, a Schlesisches Tor, in un ex-bagno pubblico d’inizio secolo, tra le macchine sfreccianti ed il rumore di ferraglia della metro. Un posto che sa di urbano, nel segno di uno stile di fast-food che non nega le sue origini.
Info:
http://www.marienburger-berlin.de/
http://www.yellow-sunshine.com
http://www.kreuzburger.de
http://www.tartane.de/
http://www.thebirdinberlin.com
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