A Castel di Tusa, in Sicilia, sorge l’Art Hotel Atelier sul Mare. Sedici camere realizzate appositamente da artisti internazionali si offrono al visitatore che voglia vivere l’esperienza di abitare in un opera d’arte.
Avete mai sognato di passare una notte in un museo? Di abitare in un’opera d’arte? Avete mai desiderato svegliarvi al mattino e sentirvi parte di un capolavoro? A Castel di Tusa, in provincia di Messina sorge, all’interno del percorso turistico-culturale “Fiumara D’arte”, l’Art Hotel “Atelier sul Mare”. Voluto nel 1990 da Antonio Presti, illuminato imprenditore siciliano che ha dedicato tutta la sua vita alla promozione dell’arte investendo tutti i suoi capitali nel progetto “Fiumara D’arte”, l’Atelier sul Mare è la realizzazione di un sogno.
Nasce dall’intuizione di Presti che l’arte per essere veramente apprezzata vada vissuta dal di dentro, come parte quotidiana della vita di ogni giorno. Il primo artista ad intervenire nell’albergo acquistato da Presti fu Mario Ceroli che nel 1990 crea “La bocca della verità” trasformando i mobili di una stanza in sculture in pino rosso.
Altri artisti scelgono di intervenire sull’architettura dello spazio, La Torre di Sigismondo, di Ral Ruiz, si presenta come un’angusta cella realizzata dall’artista per girare un film tratto dalla Chanzon de Roland, ma da luogo di prigionia si trasforma in un luogo di liberazione grazie al soffitto che si apre in corrispondenza del letto.
Nella camera “Trinacria” realizzata da Mario Staccioli nel 1993 dominano le forme triangolari, le lame di luce in un ambiente buio e petroso dove i colori principali sono il rosso e il nero. Il bianco invece regna nell’accogliente stanza “Il Nido” di Paolo Icaro. Realizzata nel 1991, la stanza è caratterizzata dalla presenza di un grande letto scultura di forma elittica ricoperto da un copriletto che simula il piumaggio degli uccelli. Mare e cielo entrano nella stanza conferendo al nido tutta la luce e la poesia che possiedono.
Mistero per la luna, di Hidetoshi Nagasawa sempre del 1991 si presenta come luogo sacro e spirituale alla ricerca di una essenzialità primordiale. Le sedici camere corrispondono ognuna ad un viaggio in un mondo diverso, quello dell’artista e quello creato dagli abitanti. Ogni camera si completa come opera solo nel momento in cui viene vissuta dai visitatori che la scelgono. Come spiega Antonio Presti “E’ solo entrando e abitando la camera che l’opera d’arte sarà pienamente realizzata; la presenza, l’uso della stanza, saranno parte integrante e fondamentale di essa”