Le caldi notte d’estate, ovunque ci si trovi, sono da vivere all’aria aperta, lasciandosi rapire da quel clima di spensieratezza ed euforia tipico della stagione vacanziera. Aperitivo dopo aperitivo, party dopo party tra birra, vino e super alcolici si rischia di alzare troppo il gomito e, se la notte ci si sente carichi di energia, il giorno dopo, al risveglio, i nodi vengono al pettine. Con l’alcol non si scherza e, nonostante si registri in Italia un basso consumo di alcolici rispetto agli altri paesi europei con circa 6,1 litri pro capite all’anno, la prevenzione non è mai troppa, soprattutto quando i protagonisti sono giovani e giovanissimi. Stando a quanto ha rivelato l’Istat nello studio “L’uso e l’abuso di alcol in Italia”, nel 2014 sono aumentati i bevitori occasionali, si apprende inoltre che il primo approccio con le bevande alcoliche avviene in tenera età, a 16 anni già il 43,4 % ne fa uso e si sale al 62,5 % nella fascia compresa tra i 18 e i 19 anni.
Mal di testa e mal di stomaco sono i principali malesseri generati dal post-sbornia e, onde evitare di fare la spola tra bagno e letto cercando di recuperare un minimo di energia, sono in molti a ricorrere ai famosi rimedi della nonna: c’è chi si abbuffa di banane che, essendo ricche di potassio reintegrano i minerali persi o ancora il miele, un vero toccasana così come acqua e succhi di frutta sono in grado di dare un minimo sollievo.
Parlando delle delizie della natura, una piacevole sorpresa arriva dalla CISRO— Commonwelth Scientific and Industrial Research Organization, ovvero l’agenzia governativa australiana in cui scienziati e ricercatori australiani portano avanti ricerche sulla salute umana sperimentando diagnosi e trattamenti innovativi. Ebbene sì, sono stati proprio loro a rivelare i risultati di uno studio decisamente interessante: ingerendo circa 220 ml di succo di pere asiatiche, note anche come nashi, o mangiandone una generosa quantità prima dell’assunzione di alcolici, è possibile attenuare quei fastidiosi disturbi quali nausea, capogiri etc. dettati dall’eccessiva presenza di acetaldeide nel sangue, il metabolita più tossico dell’alcol etilico.
Possibile che una bevanda semplice come un succo di pera possa fare più di una qualsiasi medicina? Per chi si ponesse il quesito, a dare delucidazioni in merito è la dottoressa Manny Noakes secondo la quale le pere coreane, più grandi e più rotonde rispetto a quelle occidentali, oltre a vantare un alto contenuto di acqua e di fibre, sono in grado di ridurre le concentrazioni di colesterolo oltre che quelle dell’alcool nel sangue. Proprio così, come ha dichiarato la ricercatrice, le sostanze contenute nelle pere coreane vanno ad agire sugli enzimi in grado di ossidare l’etanolo quali l’alcol deidrogenasi (ADH) e l’aldeide deidrogenasi (ALDH), accelerando il metabolismo dell’alcol, eliminando o inibendo l’assorbimento dello stesso.