Pare che Scarlett Johansson l’adotti da anni, e i risultati sulla sua forma fisica si vedono: la dieta mediterranea l’ha resa morbida, procace, ma assolutamente in linea. Il regime alimentare forse più famoso al mondo, da anni scatena diatribe tra nutrizionisti. In molti, moltissimi la eleggono in quanto sana ed equilibrata, anche se non mancano le voci dissonanti che la riterrebbero troppo povera o troppo calorica. Ma vediamo nel dettaglio di cosa parliamo.
La dieta mediterranea è il modello nutrizionale su cui si basano le popolazioni del bacino mediterraneo. L’Italia forse ne è l’emblema principale, perché in quanto a cucina la nostra fama si eleva a livello mondiale. Alla base di questa dieta sta la classica piramide alimentare, che prevede un consumo abbondante di cereali, a seguire legumi, verdura e frutta, pesce e in quantità minore carne uova e latticini. Il fil rouge che lega tutti i popoli mediterranei è naturalmente l’olio d’oliva, il condimento per eccellenza in questa parte di mondo.
Il principio su cui si afferma che la dieta mediterranea sia la più sana, nasce dal basso tasso di malattie cardiovascolari riscontrate in questi luoghi, almeno se fatto il paragone con diete più ricche di grassi come quella americana. Fu nel 1939 che il nutrizionista Lorenzo Piroddi pubblicò i suoi studi sul rapporto tra alimentazione e malattie come il diabete, la bulimia, l’obesità, collegandone la bassa incidenza ad un regime alimentare di tipo mediterraneo. Gli studi poi continuarono con Ancel Keys, il quale, sorpreso dal bassissimo tasso di obesità e malattie ad essa collegate tra gli abitanti dell’isola di Creta, avanzò l’ipotesi che fosse proprio la loro alimentazione la cura naturale. Confrontando quindi le abitudini alimentari del Mediterraneo con quelle di finlandesi, statunitensi, giapponesi, olandesi, emerse che l’incidenza di infarto era nettamente inferiore tra i primi.
Storia a parte, cos’è che rende la dieta mediterranea ‘migliore’? Il consumo di carboidrati quotidiano garantisce ‘carburante’ per corpo e mente (i carboidrati si trasformano in zuccheri nel sangue), nonché sazietà e conseguente buonumore. I legumi, la verdura e la frutta di stagione contribuiscono all’importantissimo ruolo dei minerali, delle vitamine, degli antiossidanti, di cui la dieta mediterranea è ricchissima. I grassi non vengono annullati, ma a differenza di altri tipi di alimentazione non derivano da animali (burro, strutto) ma si tratta del sanissimo olio di oliva (ovvio che se friggete il discorso cambia, parliamo sempre di dosi moderate e a crudo). Un bicchiere di vino rosso a pasto inoltre, un classico della nostra tavola, contribuisce all’effetto antiossidante, al contrario di chi (vedi Stati Uniti) manda giù il pranzo con una bibita gassata. Le proteine vengono contemplate soprattutto sotto forma di pesce, ricco di minerali e amminoacidi essenziali, e in dosi molto moderate arriva la carne e le uova (non più di due o tre volte a settimana).
Naturalmente il segreto sta nel bilanciare le dosi. Un piatto di pasta va benissimo anche durante una dieta dimagrante, a patto che non superi gli 80 grammi e sia condito con un sugo leggero. Le verdure sono ottime per la salute ma se accompagnate da soffritti e intingoli potrebbero non essere poi così nutrienti e dietetiche.
Infine, pare che la dieta mediterranea abbia influenza positiva nel limitare il declino cognitivo del cervello. Insomma un vero toccasana a detta degli esperti, tanto da guadagnare il titolo di Patrimonio immateriale dell’Umanità da parte dell’Unesco. In forma e in salute, è questo che una dieta equilibrata dovrebbe garantire, no?