Un gruppo di ricercatori dell’Università del Texas, Stati Uniti, ha associato l’abitudine di bere camomilla a una riduzione della mortalità generale tra le donne ispano-americane del 29%. Lo studio è stato pubblicato di recente sulla rivista The Gerontologist. Gli scienziati hanno preso in esame un campione di oltre 1600 individui di almeno 65 anni di età provenienti da cinque Stati del Sud Ovest americano, compreso il Texas. Di questi, il 14% aveva l’abitudine di sorseggiare l’infuso di camomilla. Per definire gli effetti della sua assunzione, questi individui sono stati seguiti per sette anni.
Ebbene sì, nelle donne consumatrici di camomilla il rischio di morte sembra diminuire di quasi il 30%. Tuttavia, la medesima risposta non è stata ottenuta sugli individui di sesso maschile, una differenza non chiara agli occhi dei ricercatori. Per tentare di spiegare le due risposte contrapposte, Bret Howrey, scienziato impegnato nella ricerca, ha spiegato che “il maggior consumo di camomilla tra le donne potrebbe essere dovuto alla tradizionale divisione dei compiti tra i due sessi. Da sempre, queste ultime sono impegnate nella cura della casa e della famiglia: tra i loro compiti c’è anche quello di badare alla salute dei familiari, cosa che probabilmente le rende più sensibili ai rimedi tradizionali”.
Detto questo, non è la prima volta che vengono dimostrate le incredibili potenzialità della camomilla. Infatti, uno studio condotto nel 2008 ha portato alla luce un’incredibile proprietà di questo fiore: permette di tenere sotto controllo il livello di zuccheri presenti nel sangue, agevolando la quotidianità dei soggetti affetti da diabete.