Un concorso di idee che ha coinvolto gli studenti dei Master in Interior Design e in Visual Design, nato grazie alla collaborazione tra Caleffi, storico brand di tessile per la casa, e SPD – Scuola Politecnica di Design, ha dato un’opportunità ai giovani designer di emergere e soprattutto di definire le nuove tendenze per la casa di domani.
Trend innovativi, che combinano texture e colore, e sottolineano due precise modalità di intendere la casa: una è fatta di imperfezioni e irregolarità tipiche dell’handmade, il ‘fatto a mano’ di carattere e forte espressività; l’altra è frutto delle nuove icone culturali e della sperimentazione, ovvero l’utilizzo della stampa 3D per giocare con la tipografia, gli accostamenti di materiali, il carattere hipster-bohémien del contemporaneo. Sono stati due in particolare i lavori premiati. Il progetto ‘Hand Touch’ di Adriana Barriobero, Hariadna Piñate Brito e José Roca Gomez si è aggiudicato il Premio Caleffi Next Generation per la capacità di porsi in continuità con il brand e di proiettare la sua ricerca attuale sui consumatori più giovani e attenti alle ultime tendenze della grafica e del design. ‘Unexpected’ di Inana Al Khaddour, Raffaele Depergola e Ida Serdarevic si è invece aggiudicato il premio Ready to per l’attualità della proposta indirizzata al target più giovane e urbano.
Una giuria indipendente ha valutato i progetti di oltre trenta studenti: tra i giurati Mario Boselli, Presidente Onorario della Camera Moda, da Giusi Silighini, giornalista, Guendalina Di Lorenzo, architetta specializzata nella progettazione di interni residenziali. Gli studenti vincitori sono stati premiati in denaro e con la possibilità di collaborare alla definizione delle nuove tendenze di collezione dei cataloghi del brand di tessile per la casa. Federica Gandolfi, Marketing Manager Caleffi, ha esteso il ringraziamento di Caleffi a tutti i partecipanti, commentando: “Sono davvero grata dell’apporto creativo degli studenti. Mi hanno permesso di vedere il nostro marchio con occhi nuovi, riuscendo a mettere a fuoco il brand senza farsi costringere da logiche aziendali”.