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Case di pallet, architettura con risvolto sociale

Il design sposa il riuso per una buona causa: la Pallet House, un rifugio economico ed ecosostenibile

Casa di pallet
I-beam

Quando l’architettura si mette al servizio della comunità, nascono progetti di social housing che vanno ben oltre la casa popolare. Diversi designer e progettisti si stanno cimentando nello sfornare idee utili ed esteticamente gradevoli: dall’Oriente, arrivano i rifugi temporanei in bambù per le vittime di catastrofi naturali, dall’America Latina le abitazioni sociali per le comunità indigene. Da New York proviene un’ulteriore idea, quella della Pallet House, una casa proveniente dal riuso di pallet da destinare ai rifugiati.

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Secondo la U.S. Committee for Refugees and Immigrants, ci sono circa 33 milioni di rifugiati, profughi e richiedenti asilo politico nel mondo. E ben 700 milioni di bancali in legno prodotti ogni anno solo negli USA destinati al commercio navale: di questi, almeno 150 milioni finiscono nelle discariche. Lo studio di architettura e design I-Beam ha fatto un rapido calcolo e si è reso conto che con tutto questo legno si potrebbero costruire strutture per ospitare più dell’80% dei rifugiati nel mondo, conteggio che ha spinto le fondatrici Azin Valy e Suzan Wines a creare il Pallet House Project. Si tratta di case a costo bassissimo, quasi zero, funzionali e velocissime da realizzare, in cui due nobili principi come offrire alloggi a chi ne ha bisogno e riciclare i materiali per l’edilizia si sposano. Oltretutto i bancali di legno sono utilizzati per il trasporto navale proprio di quei beni che vengono destinati a campi profughi e rifugiati, come cibo e medicine, quindi portare i pallet in loco non avrebbe nemmeno un costo effettivo.

Il modulo è semplice, versatile, riciclabile e facilmente assemblabile, e le intercapedini tra le assi dei bancali sono ideali per far passare impianti e tubature. Con un centinaio di bancali si può costruire una casetta di circa 24 metri quadrati, con un lavoro che non impiega più di una settimana e per il quale sono sufficienti 4 o 5 persone. In base alla location poi si può rivestire il tetto con materiali idrorepellenti, o riempire le cavità delle pareti con materiali reperibili sul posto, in modo che questi rifugi da temporanei possano diventare permanenti inserendosi perfettamente nel contesto socio-culturale.

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