Ha appena compiuto il suo ottantesimo compleanno ma, a giudicare dai consensi unanimi di critica e di pubblico che continua a raccogliere, il tempo sembra essere scivolato sulla sua inconfondibile silhouette di alluminio senza lasciare traccia. A dispetto degli oltre 120 milioni di esemplari realizzati finora, Moka Express di Bialetti, la macchinetta per caffè per antonomasia, è rimasta, infatti, la stessa ideata e prodotta nel lontano 1933 da Alfonso Bialetti.
La storia
Ideata da parte di Alfonso Bialetti da Montebuglio (VB), a due passi dal Lago d’Orta, ispirandosi alla macchina per fare il bucato utilizzata dalla moglie Ada, sin dal suo esordio Moka Express ha in sé tutte le caratteristiche del prodotto industriale di successo: dalla tecnologia d’avanguardia adottata per la produzione (fusione dell’alluminio in stampo) al numero ridotto dei componenti (caldaia, filtro e recipiente raccoglitore), dall’uso funzionale ed efficace (una volta caricata di acqua e caffè macinato basta collocarla sul fuoco per pochi minuti per ottenere un’ottima bevanda) al design seducente e distintivo (vitino da vespa e forma ottagonale) fino alla valvola di sicurezza (in caso di uso improprio). Il boom arriva, tuttavia, solo nel dopoguerra e coincide con il passaggio di testimone al figlio Renato che, consapevole dell’importanza del faire savoir, punta deciso su marchio e pubblicità: la caricatura dello stesso Renato diventa un trademark in senso stretto; l’omino coi baffi si afferma come star della tv; la Moka soppianta definitivamente la caffettiera napoletana entrando a far parte dei cosiddetti beni irrinunciabili e risultando apprezzato, riconosciuto e imitato in tutto il mondo. La maturità arriva alla fine degli anni ’80 quando l’azienda di Crusinallo (VB) passa a Faema, prima, ed al Gruppo Rondine, nel 1993.
Convinto sostenitore delle potenzialità della pubblicità, nel 1958 Renato Bialetti alias Omino coi baffi diventa protagonista di uno dei più grandi fenomeni di costume della storia d’Italia: il Carosello
I riconoscimenti
Declinata in decine di formati (1, 2, 3, 4, 6, 9, 12 e 18 tazze) e modelli (Dama, Brikka, Orzo Express, Mukka Express ecc.) per adattarsi all’evoluzione dei gusti dei consumatori, Moka Express fa parte delle collezioni permanenti del Moma di New York ed è fra i cento oggetti della collezione permanente del design italiano, mostra itinerante supportata dal Ministero degli Esteri. Citata all’Expo di Shanghai del 2010 tra le dieci invenzioni italiane che hanno cambiato il mondo, Moka Express è stata protagonista di numerose rassegne di prestigio come quella organizzata a Torino per i 150 anni dell’Unità d’Italia o quella celebrativa appena conclusasi alla Permanente di Milano.
Il futuro
A dispetto del recente avvento dei sistemi di preparazione del caffè basati su cialda e capsula, sono in molti a rivalutare la mitica Moka Express, andando magari a ripescarla nell’armadietto in cucina. Semplice, affidabile e indistruttibile, Moka Express, complice la crisi e la sobrietà forzata che ne deriva, tornerà di moda. Come la Vecchia Signora.