Copertoni dal diametro di 4.0: non si tratta di uno scooter o di un altro mezzo caratterizzato da ruote “prepotenti”, ma di una bici. Per essere precisi di una mountain bike con cui pedalare sulla neve. Si chiamano Fat Bike, e sono caratterizzate da pneumatici e cerchi molto larghi (da qui l’aggettivo “Fat”, “grasse”). Per l’esattezza le gomme sono più larghe di 3,7?.
La peculiarità di questo mezzo per cui hanno perso tutti la testa, sta nel fatto che permette di pedalare anche in condizioni di terreno cedevole, come la neve appunto. Ma anche sulla sabbia, sul fango o se si vuole guadare un torrente. La dove si arrende la mountain bike, arriva la Fat Bike, pronta a regalare brividi a chiunque è alla ricerca di avventure estreme e di nuovi record da superare.
Nato come fenomeno di nicchia – e non in Italia – da un paio d’anni a questa parte sta conoscendo un enorme successo anche nel nostro Paese. Sulle Dolomiti, ad esempio, sono tanti gli operatori delle stazioni sciistiche che fanno noleggiare le Fat Bike e organizzano percorsi dedicati esclusivamente agli amanti delle due ruote “grasse”.
La prima Fat Bike nasce nel 1989 in Alaska per opera di Simon Rakower che su delle classiche mountain bike montò una ruota ottenuta unendo tra loro due normalissimi cerchi da 26? limandone poi il bordo interno. Grazie alle gomme più larghe il mezzo riusciva ad andare anche sulla neve, evitando di “affondare”. Il concetto alla base di questa idea è molto semplice: una gomma più larga, e con una pressione molto bassa, crea una maggiore superficie di contatto con la terra, riducendo in questo modo l’effetto “galleggiamento” su terreno cedevole. Questa tipologia di ruote permette inoltre di ammortizzare gli sbalzi derivati da un terreno scivoloso e irregolare.
Protipi di questa particolare Mountain Bike furono testate anche nel Nuovo Messico, con l’obiettivo di pedalare sulla sabbia del deserto. Ma è solo nel 2005 che la Fat Bike diventa un vero e proprio prodotto industriale e viene commercializzata dalla ditta del Minnesota Surly che diede alla luce Pugsley, la sua prima Fat Bike. Un fenomeno (o uno sport) in forte crescita, confermato da numerosi noleggi su alpi e località sciistiche italiane, ma anche dalla forte presenza in eventi come Eurobike – la fiera internazionale della bici – in cui la Fat è ormai presente in tutti i maggiori brand del settore.