Non tutti lo sanno, eppure la maggior parte degli agrumi che conosciamo e consumiamo sono ibridi che l’uomo ha creato. Il cedro è invece una delle specie che si ritiene essere all’origine di questi innesti, si può definire il capostipite degli agrumi (assieme a pomelo e mandarino), nonché detentore di alcune proprietà considerate altamente benefiche per l’organismo, addirittura medicamentose.
Il suo nome deriva dalla volgarizzazione del nome scientifico Citrus, tanto che in alcuni testi viene indicato come citro. Diffuso in Italia meridionale, specialmente in Calabria, amante dei climi caldi o temperati, ha origine dal sudest asiatico, ma è giunto in Europa in tempi antichissimi (vi sono termini in greco antico che lo identificano). Di questo particolare agrume si consuma anche la scorza e la parte bianca che nei frutti simili di solito si scarta, anche se il sapore amarognolo non è gradito a tutti, tanto che viene spesso candita (espediente delizioso ma che aumenta esponenzialmente le calorie del frutto). Come tutti gli agrumi, il cedro apporta ottime quantità di vitamina C, ma c’è anche una discreta presenza di vitamina B1, flavonidi e molti minerali, tra cui abbonda il calcio (soprattutto nel cedro candito).
E’ tuttavia nell’olio essenziale la vera miniera di potenzialità del cedro, anche se altamente deteriorabile – quello della varietà nota come cedrina è preferibile, frutto che non viene consumato fresco ma esclusivamente per il suo olio. Questo è utilizzato in erboristeria per molti impieghi, tra cui stimolare la ricrescita dei capelli, contrastare l’acne e la pelle a buccia d’arancia, alleviare la cistite, combattere la cellulite. Il cedro ha inoltre proprietà altamente digestive, carminative, disinfettanti, germicide, anti-ipertensive (in aromaterapia lo si impiega per distendere e alleviare lo stress).