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La passione in un frutto: maracujà

Un frutto esotico per concludere una cena romantica

Frutto della passione
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E’ d’obbligo ammettere una poco romantica verità: il famoso frutto della passione, anche noto come maracujà (o granadilla), non prende il suo nome dal potere afrodisiaco che lo caratterizza. La ‘passione’ a cui si fa riferimento è quella di Cristo, perché il fiore da cui nasce evoca la biblica corona di spine. Un risvolto poco romantico e anche poco felice per un frutto che invece si associa al sole, al caldo dei tropici, ai succhi di frutta più dolci, ai cocktail colorati e alla passione intesa in tutt’altro senso.
 
Detto ciò, potete decidere di ignorare la vera origine del suo nome, chiamarlo semplicemente maracujà, e servirlo comunque ad una cena di San Valentino particolarmente seducente. I suoi semini sono infatti asai voluttuosi, grazie alla consistenza gelatinosa che diventa improvvisamente croccante, il sapore dolcissimo che sprigionano, l’estetica così particolare. Il maracujà, di cui sono particolarmente diffuse la varietà viola e quella gialla, si utilizza ampiamente per la realizzazione di succhi e cocktail, ma è anche un originale accompagnamento per cene di pesce, specialmente di crudi, o per dare un tocco esotico alle insalate; ottimo anche l’abbinamento con il cioccolato e con lo yogurt.
 
Originario del Sudamerica, meno noto sul suolo italiano ma sempre più presente anche da noi – per la maggior parte si tratta di frutti di importazione – il suo nome scientifico è Passiflora edulis, e dal punto di vista nutrizionale è particolarmente interessante il suo apporto di vitamina C; carotenoidi, potassio e ferro completano il quadro.