Un anno è poco, tre sono troppi, 6 mesi è una follia, 5 mesi è un’eternità: insomma, quanto tempo deve passare per arrivare al matrimonio? Qual è il tempo ottimale per un rapporto longevo? A spiegarlo ci ha pensato un antropologo dell’Università dell’Indiana, Helen Fisher, esperto di comportamento umano. Riflettendo sui dati americani, che analizzano la forte probabilità di fallimento, con una coppia sposata su due che giunge al divorzio, forse qualche attenzione in più bisogna porla.
L’età migliore per fare il grande passo, analizzando l’esperienza di chi resiste ancora e di chi invece ha abbandonato l’impresa, sarebbe quella di due anni. In questa maniera, raggiungendo l’obiettivo dei 24 mesi, aumenterebbero le probabilità di successo, per un matrimonio lungo, magari tutta la vita.
Il collante delle coppie che non le fa desistere, però, potrebbe non essere l’amore, quanto la paura del divorzio: il 67% degli americani teme questa probabilità. E fa più paura l’aspetto sociale che quello economico e legale. Questo timore aiuterebbe a non fare errori, a prendere tempo, ma non troppo: per paura di non fallire, la scelta diventa più consapevole, responsabile. E si aspetta, quindi, almeno un paio di anni.
Il tempo è quindi l’unico modo per attivare quella parte del cervello che è responsabile della logica e del processo decisionale e di pianificazione. Non bisognerebbe invece ascoltare quello che dice l’istinto, perché si rischia di sbagliare.