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Salute e aria pulita: c’è ancora da fare

L’inquinamento atmosferico incide sul benessere degli europei. Servono maggiori città sostenibili

inquinamento atmosferico
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È vero: negli ultimi anni le emissioni veicolari hanno subito un calo grazie all’effetto combinato del miglioramento della qualità dei carburanti e dello sviluppo di tecnologie motoristiche avanzate. Ma l’inquinamento atmosferico rimane tra le maggiori preoccupazioni delle istituzioni e dei cittadini, in particolar modo nelle grandi aree urbane.
 
Per capire quanto ancora sono elevati gli impatti dell’inquinamento atmosferico sulla salute umana basta citare le stime riportate dalla World Health Organization (WHO) e dalla Commissione europea: si parla di circa 400.000 morti premature con costi ingentissimi per i vari sistemi sanitari, che oscillano tra i 330 e i 940 miliardi di euro all’anno nella sola Europa (rif.: Muoversi in città, di Anna Donati e Francesco Petracchini – Edizioni Ambiente). La principale fonte di inquinamento atmosferico in ambito urbano è il trasporto; in Italia la situazione è aggravata oltre che dalla carenza di investimenti nel trasporto pubblico anche dal numero elevato di autovetture private peraltro in molti casi “obsolete”. 
 
I miglioramenti sono possibili: sempre secondo le ultime linee guida della WHO sulla qualità dell’aria, si ritiene che riducendo il PM10 da 70 a 20 ?g/m3, come stabilito, si potrebbe ridurre la mortalità nelle città inquinate del 15% all’anno. Ed è stato mostrato come la diminuzione fino a 10 ?g/m3 nelle concentrazioni di PM2,5 potrebbe comportare un aumento fino a 22 mesi di aspettativa di vita. Per la città di Roma è stato stimato un guadagno monetario di 980 milioni di euro per anno, riducendo di 5 ?g/m3 la media annuale delle concentrazioni di PM2,5 e di oltre 2 miliardi di euro riducendo di 10 ?g/m3 la media annuale delle concentrazioni di PM10.

 
E allora servono città efficienti, intelligenti e sostenibili: per garantire uno sviluppo sostenibile dell’umanità è cruciale trovare soluzioni innovative per la gestione della mobilità. Un interessante studio realizzato da BUND – Friends of the Earth Germany nell’ambito del Progetto LIFE+ Clean Air, finanziato dalla Commissione europea, realizza un outlook dello stato di qualità ambientale analizzato in riferimento alle politiche di mobilità attuate. Tra le 23 città selezionate in 16 differenti Paesi è stata realizzata una classifica che vede in testa Zurigo, Copenhagen e Vienna. Londra ha riportato una riduzione di emissioni di inquinamento a partire dal 2005. Questo successo è attribuibile a una serie di scelte strategiche fra cui l’introduzione nel 2008 della zona a ridotte emissioni, l’adozione di buone pratiche per la riduzione di emissione dal settore delle costruzioni e delle demolizioni, i continui investimenti nel trasporto pubblico che consta di una notevole rete metropolitana e circa 700 autobus di linea; la città ha iniziato anche a investire sulle infrastrutture per pedoni e ciclisti, attualmente per esempio è attivo un sistema di bike sharing con circa 11.000 biciclette.
 
Come a Londra, a Stoccolma è stata istituita una zona a ridotte emissioni per veicoli pesanti attiva già a partire dal 1996. La città di Copenhagen ha una strategia per la crescita della mobilità sostenibile che si fonda su diversi elementi; per esempio la città si è dotata di un completo piano per la riduzione della velocità, fissando a 40 km/h la velocità massima in città, nei punti residenziali tale velocità scende a 30 Km/h. Ci sono inoltre tre società di car sharing con oltre 130 punti di parcheggio a disposizione. La città di Lione negli ultimi otto anni ha incrementato in modo importante gli investimenti nel trasporto pubblico: due nuove linee di tram, due nuove linee metropolitane che si aggiungono alle quattro esistenti e una riorganizzazione completa della rete di bus. 

 
La città di Milano si distingue per l’efficacia di alcune politiche di mobilità sostenibile, infatti nonostante la città sia caratterizzata da una condizione di inquinamento atmosferico pesante, si osservano segni di miglioramento diffusi. Fra il 2009 e il 2012 si è riscontrata una riduzione dei superamenti di PM10. Tali miglioramenti sono stati possibili grazie a investimenti nei mezzi pubblici (complice anche l’evento Expo 2015 che ha garantito nuovi fondi di investimento, la rete tramviaria di Milano è una delle più grandi d’Europa), alla presenza dell’Area C che ha ridotto le emissioni nelle zone centrali e a una buona offerta di bike e di car sharing.
 
Tratto dall’articolo pubblicato sul n. 5/2015 della rivista bimestrale QualEnergia con il titolo “L’inquinamento si può sconfiggere”
 
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