L’utilizzo delle mascherine è diventato obbligatorio in molti luoghi, anche all’aperto, e in molte ore della giornata. Questo presidio rimane lo uno strumento fondamentale per contrastare la diffusione del Coronavirus, soprattutto adesso dopo il ritorno ad una normalità che necessariamente si porta dietro una maggiore interazione sociale.
Capita, quindi, sempre più spesso di avere la necessità di indossarle e toglierle in momenti diversi della giornata in cui non rientriamo in casa. Come riporle in modo corretto?
Innanzitutto bisogna ricordare sempre di igienizzarsi le mani, evitare di toccare la mascherina sulla superficie interna o esterna e di limitarsi ai lacci o agli elastici. Per riporla in caso di prossimo uso, si può utilizzare una busta di plastica (vanno bene anche quelle per alimenti da surgelare), possibilmente chiusa da una zip, da tenere in borsa. L’ideale sarebbe un contenitore rigido, tipo custodia, in cui riporla sempre nello stesso verso, magari contrassegnandolo con una crocetta per evitare contaminazioni. In ogni caso è assolutamente vietato metterla libera in tasca o poggiarla sul tavolino del ristorante.
Se si è in macchina da soli, meglio toglierla piuttosto che tenerla appesa sotto il mento, anche perché se ci fosse già stata contaminazione sul suo lato esterno, tenerla proprio sotto l’area del naso espone al virus. Stessa obiezione per chi la tiene appesa da un solo orecchio, sia perché si espone la parte interna della mascherina a un maggior rischio di contaminazioni con altre sostanze, sia perché c’è il rischio che possa cadere a terra, rendendola inutilizzabile. Discorso simile anche per chi sceglie di metterla al gomito, perché il suo interno entra a contatto con parti della pelle che sono comunque esposte e che sfiorano diverse superfici.
Una volta tolta, quindi, bisogna riporla o nel suo contenitore o sul sedile accanto, avendo l’accortezza di poggiarla su un fazzoletto di carta che poi verrà buttato. È di uso comune appendere la mascherina allo specchietto retrovisore, una scelta che secondo alcuni esperti può ritenersi corretta, in quanto riduce al minimo il contatto con altre superfici, ma secondo altri è rischiosa in quanto libera nell’aria eventuali particelle virali. Certamente questa scelta non è efficace dal punto di vista estetico, quindi meglio non rischiare e utilizzare il sacchetto apposito.
Una variabile domestica è quella di appendere la mascherina all’appendiabiti nell’ingresso, ma anche in questo caso è un rimedio pratico ma poco sicuro, perché non essendo isolata bisogna stare attenti a non sovrapporre altri indumenti e a non farla toccare da altri membri della famiglia.
Una volta tornati a casa, bisogna buttare la mascherina nei rifiuti indifferenziati, se si tratta di quella chirurgica, mentre se è di quelle in stoffa, bisogna lavarla con sapone e acqua calda o con detergenti a base alcolica almeno una volta al giorno. Stesso trattamento va riservato al contenitore, se lavabile. In caso della bustina in plastica, meglio buttarla.
In commercio esistono delle soluzioni molto pratiche sia per la conservazione delle mascherine sia per la loro sterilizzazione. Un oggetto molto economico ed efficace è la custodia in silicone o in polipropilene di alta qualità, atossica e inodore, disponibile bianco o in diversi colori, per distinguerla in famiglia o tra amici. Alcuni modelli sono in plastica trasparente e pieghevoli, in modo da entrare facilmente in tasca.
Gli sterilizzatori Uv premium sono, invece, ideali per un’igienizzazione approfondita. Questo modello ha una lampada UVC con lunghezza d’onda di 260-280 che può disinfettare con una pulizia accurata del 99,99% in 5 minuti. Ottimo non solo per le mascherine, ma anche per altri articoli come telefono, occhiali, spazzolino, gioielli.
Esistono anche modelli portatili, come questo sterilizzatore UV che pesa solo 96 g, la metà di un iPhone 11. Può essere portato in borsa, comodo per sterilizzare a casa, in ufficio, al bar, all’aperto sempre e ovunque.