Essere sinceri con se stessi è fondamentale per aumentare la propria consapevolezza. Ma quando le emozioni sono tante e il periodo particolarmente intenso come durante la pandemia, il processo non è sempre così lineare. Allora viene in aiuto il diario: una forma di dialogo scritto dove l’interlocutore a cui ci si rivolge è la nostra anima più profonda.
La storia del diario: uno strumento popolare e antico
La parola “diario” deriva dal latino diarium, termine a sua volta originato da dies, giorno. L’espressione sta a indicare un registro di esperienze portato avanti con costanza, lunedì dopo lunedì. All’inizio nasce come taccuino di vari impegni pratici. Con il tempo invece da semplice strumento documentale è diventato un testo soggettivo e personale. Oggi il quaderno segreto è un classico mezzo per parlare delle proprie esperienze, fissare la memoria e sentirsi meglio nei momenti difficili. Lo hanno utilizzato romanzieri, scrittori, registi e cantautori famosi. Ma anche blogger e influencer. A scrivere poi si può persino imparare: come vi abbiamo suggerito con questi libri.
Quindi come sfruttare al meglio questa forma di self-help specialmente nei giorni della pandemia? Ce lo spiega lo psicologo.
Come scrivere un diario: i benefici secondo l’esperto
“Per affrontare efficacemente il periodo che ci attende, dobbiamo anche mettere in campo risorse che prima potevamo relegare a semplice svago o passatempo – chiarisce lo psicologo Marco Scopel iscritto alla piattaforma ProntoPro -. La scrittura per molti di noi può effettivamente essere una di queste risorse. In questo caso parlo di scrittura in generale, non solo di tenere un diario. Dobbiamo immaginare di avere una sorta di “cassetta degli attrezzi” in cui inserire tutte quelle tecniche e strategie che possono aiutarci in un periodo come questo”.
Il potere della scrittura
La scrittura ha poi delle proprietà specifiche: “Il contenuto può variare per ognuno di noi; il punto fondamentale è che ciò che scriviamo dovrebbe aiutarci ad allontanare la nostra mente dai pensieri intrusivi ricorrenti che ci accompagnano in questo momento. Per quanto possa sembrare paradossale, scrivere le nostre paure e le nostre insicurezze riguardo questo periodo così unico e incerto può aiutarci a focalizzare meglio le nostre emozioni, le nostre risorse e i nostri pensieri disfunzionali”.
“In questo caso utilizziamo quello che alcuni hanno chiamato Sé Narrante, quella parte di noi che racconta la propria autobiografia e che sa “rileggere” gli eventi a posteriori con taglio talvolta differente da come li abbiamo vissuti nel qui ed ora.
Le caratteristiche del diario
Tra le caratteristiche fondamentali del diario ci sono: “Cercare di farne una sorta di rituale. Non deve essere l’unico strumento a nostra disposizione per affrontare questo periodo, ma può funzionare meglio se lo inseriamo come una sorta di rito nella nostra quotidianità. Se utilizziamo il diario per quelle che sono le nostre esperienze, proviamo a scriverle diverse volte e da diversi punti di vista, cambiando magari quello che prima abbiamo chiamato Sé narrante e descrivendo gli eventi secondo emozioni e sensazioni differenti. Potremmo scoprire aspetti di noi che non abbiamo mai preso in considerazione o che abbiamo relegato a margine della nostra quotidianità, forse per la troppa frenesia lavorativa che caratterizzava il nostro mondo prima di questi eventi”.