Fino al 31 agosto Senigallia, Città della Fotografia, rende omaggio all’opera di Maurizio Galimberti con un’antologica. Si tratta di Maurizio Galimberti Antologica, una mostra completa che racconta l’artista nelle sue diverse sfaccettature, presentando i lavori più caratterizzanti degli ultimi anni e i progetti di continua ricerca tecnica e stilistica, con un particolare punto di vista che riesce sempre ad emozionare e affascinare. Fra i più importanti fotografi italiani degli ultimi decenni è stato lo stesso artista a scegliere di esporre il suo lavoro nella suggestiva Rocca Roveresca. Nel percorso espositivo ritroviamo così una raccolta di fotografie originale tra le più rappresentative della sua produzione.
L’artista
Nato a Como nel 1965 Galimberti è considerato il massimo esponente italiano di quella corrente artistica che utilizza la fotografia istantanea per esprimere la propria creatività. Galimberti inizia la propria ricerca per mezzo di una fotocamera a obiettivo rotante, utilizzando una classica pellicola analogica. Gli anni Ottanta, eleggono poi la Polaroid a nuovo metodo d’indagine fotografica, Galimberti decide, allora, di fare della Polaroid e dell’immagine istantanea “il filo conduttore” della sua ricerca. Lo stile personale di Galimberti si esprime così nei cosiddetti “mosaici”. Si tratta di immagini che hanno la particolarità di proporre il soggetto fotografato in composizioni realizzate da tante tessere o tasselli. I tasselli sono tutti della stessa dimensione, ma il loro numero è variabile tra un’opera e l’altra.
Maurizio Galimberti. Antologica: la mostra
Curata da Denis Curti la mostra presenta la sua famosa serie dei Ritratti. I soggetti dei suoi scatti sono illustri protagonisti della cultura italiana. È il caso di personaggi come Umberto Eco, Lalla Romano, Lucio Dalla, Loredana Bertè. Non mancano le star straniere come Robert Altman. La mostra mette in scena anche i “ready made”, ispirati all’opera di Marcel Duchamp. La tecnica duchampiana di prelevare oggetti d’uso quotidiano dal loro contesto per proporli come opere d’arte viene rielaborata in “stile Galimberti”. Abbiamo così degli scatti a “mosaico”, dove il dettaglio viene immortalato dalla polaroid e manipolato con varie tecniche. Sucessivamente il dettaglio viene poi sovrapposto all’originale. La terza serie presente in mostra racchiude le sue ultime fotografie di viaggio. È il caso degli scatti realizzati a New York, metropoli brulicante di vita. Nelle composizioni in mostra le linee geometriche sono protagoniste, governate da architetture e asfalto.
Le fotografie dell’Emilia Romagna
La mostra offre la possibilità di ammirare l’ultimo lavoro in parte inedito di Galimberti. È il “Progetto Emilia. Prime Istantanee” in cui l’artista ragiona sul tempo e di conseguenza sulla memoria. La serie, incentrata sulla terra di pianura dove il tempo sembra essersi fermato, si inserisce perfettamente nella storia della fotografia italiana. Osservando i lavori, infatti, vengono subito alla mente “Un Paese”di Cesare Zavattini e “Viaggio in Italia” di Luigi Ghirri. Queste due opere hanno infatti riaffermato il ruolo dei paesaggi appartenenti all’Italia meno nota. Ma anche quelli che più di tutti ne ricreano l’identità individuale e collettiva.