Sono il target più ambito, la fascia di consumatori che ogni azienda si impegna a conquistare: i Millennials, i nati tra il 1987 e l’anno 2000. Otre a essere una categoria sociologica sono infatti un’interessantissima e iper-monitorata categoria economica. Capace non solo di muovere i consumi oggi, ma di creare e dettare quelle tendenze che consentono a un prodotto o a un servizio di affermarsi e crescere. A livello globale rappresentano il gruppo demografico più numeroso del mercato. Sono circa 2,3 miliardi di persone. In termini assoluti, l’India, la Cina, gli Stati Uniti, l’Indonesia e il Brasile rappresentano quasi la metà dei Millennial del mondo. Hanno un elevato potenziale di spesa (entro il 2025 costituiranno il 75% della forza lavoro globale). Possiedono l’abilità di influenzare le preferenze di tutte le altre categorie di consumatori. Fissando così delle tendenze globalmente riconosciute come modello da seguire.
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Le tendenze degli hypers
Leggere oggi le loro abitudini di spesa e di acquisto è quindi un elemento fondamentale per riflettere su quelli che potranno essere, nel medio e lungo periodo, i settori di consumo più promettenti. Una prospettiva per andare a decifrare le tendenze di consumo di domani è quella che passa attraverso i dati raccolti dall’Ufficio Studi HYPE. L’età media degli Hypers è di 33 anni e la crescita della clientela è trainata dagli utenti tra i 18 e i 29 anni (che solo nel 2018 sono aumentati del 300%).
Sono loro i più assidui utilizzatori di una delle funzioni più smart e innovative della app, quella che dà la possibilità all’utente di “taggare” con un hashtag ogni acquisto effettuato con HYPE, archiviando così spese e movimenti per categorie. Grazie a questo sistema, ricercare le spese registrate con lo stesso hashtag è semplicissimo. Aggregando gli hashtag più utilizzati per categorie merceologiche e di servizi, l’Ufficio Studi di HYPE ha analizzato verso quali categorie e servizi si orienta oggi la spesa.
Più beni che esperienze
Al primo posto per numero di transazioni (e al secondo per ammontare complessivo di spesa) si posizionano gli acquisti per abbigliamento e accessori. Al secondo gli strumenti di elettronica e software. Un dato che sottolinea come in Italia il bene materiale abbia ancora un’attrattività molto forte e guidi le tendenze d’acquisto. E offre una chiave di lettura differente rispetto a uno studio effettuato da PWC a livello globale. Secondo il quale il 52% dei consumatori della generazione Millennial spende i propri soldi. Non per assicurarsi il possesso di beni materiali, ma per acquisti di servizi di tipo esperienziale. Un’«economia dell’esperienza» che si ritrova, nei dati dell’Ufficio Studi HYPE, a partire dalla terza posizione, e riguarda principalmente transazioni relative alla categoria viaggi e turismo, cui seguono le spese per la ristorazione, l’intrattenimento e la pratica sportiva.
Millennials e generazione X a confronto
Altra particolarità, la vicinanza tra i dati relativi ai Millennials e quelli che indicato le occasioni d’acquisto degli over 30. Anche a trainare le spese della generazione più senior si ritrovano, per numero di transazioni, la categoria Abbigliamento e Accessori. E anche la categoria Elettronica e Software. Il tutto in sostanziale continuità con le opzioni degli under 30. Non emerge quindi un “balzo generazionale”, perché? La spiegazione più plausibile? Indipendentemente dall’età, l’Hyper è in ogni caso quello che statisticamente si definisce un «utente evoluto». Che ha scelto una piattaforma di gestione del denaro e di pagamento full digital e a prevalente utilizzo da mobile. Una scelta «culturale», più che tecnica. E che quindi va al di là delle consuete suddivisioni generazionali.