Il latte vaccino non è per tutti. Spesso l’alimento viene evitato da alcune persone che hanno fatto particolari scelte di vita. Ci sono per esempio gli intolleranti al lattosio che preferiscono le varianti di latte all’avena, di soia o di mandorle.
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E le persone vegane che non bevono il latte per questioni più legate a temi etici e politici. Eppure c’è un altro buon motivo per smettere di berlo. C’entrano le battaglie per la tutela dell’ambiente e la riduzione di emissioni di CO2. A parlare della questione è un articolo di Metro. Il giornale ha divulgato alcuni risultati parte del progetto Oatly’s Ditch Milk campaign.
Latte vaccino: perché smettere di berlo fa bene all’ambiente
La ricerca ha stabilito che in media i londinesi bevono 1,61 litri di latte a settimana. La produzione di questa quantità di latte è pari alle emissioni prodotte guidando 22,4 chilometri in auto a settimana.
La popolazione di Londra produce quindi emissioni pari a 196,848,781 km semplicemente bevendo latte vaccino. Ma i londinesi hanno anche aumentato la loro coscienza ambientale. Per esempio il 44% di loro rifiuta di utilizzare buste di plastica per vari acquisti.
Tuttavia è stato calcolato che rimpiazzare il latte vaccino con quello di avena, servirebbe a tagliare il 73% delle emissioni.
‘Il sistema di produzione alimentare ha un impatto del 20-25% sull’ambiente’ spiega Ishen Paran, Oatly General Manager per la Gran Bretagna.
‘Siamo arrivati al punto da dover abbandonare il consumo di latte vaccino per ridurre l’impatto umano sull’ambiente’, conclude.
Tra le alternative possibili ci sono il latte di mandorla, d’avena, di soia e di riso. Per esempio il latte d’avena una volta al giorno produce l’equivalente di emissioni del riscaldamento domestico per dieci giorni.
Insomma in tempi di grandi successi per personalità come Greta Thunberg, siamo tutti chiamati a fare qualcosa di buono per il Pianeta. Ci riusciremo oppure no?