Mangiare al ristorante è gustoso e piacevole. Ma, innegabilmente, spesso genera degli sprechi. Sono i ristortori stessi ad affermarlo, rammaricandosi della quantità di cibo e bevande che, ogni giorno, viene gettata via. E’ un vero peccato perchè i generi alimentari andrebbero sempre preservati. E con essi il lavoro di chi si impegna a servirli in tavola al meglio cucinando con fatica e dedizione. Eppure è da tempo che la famosa doggy bag è sbarcata anche in Italia. Nonostante ciò, l’usanza di portarsi via quanto avanzato durante i pasti al ristorante sembra fare un certa fatica a prendere piede. C’è chi ha subito accolto ed apprezzato l’iniziativa. E c’è chi, invece, proprio non riesce a chiedere di poter impacchettare e portarsi a casa quanto ordinato e non consumato. Secondo i ristoratori dipenderebbe, principalmente, dall’imbarazzo. Ma le cose stanno per cambiare, grazie al Rimpiattino ed alla nuova iniziativa di FIPE e COMIECO.
Rimpiattino, la doggy bag “made in Italy”
Proprio per sensibilizzare ristoratori ed avventori ad una politica antispreco la Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE) ed il Consorzio Nazionale per il recupero e riciclo di carta e cartone (COMIECO) si sono fatti ideatori e promotori di una nuova iniziativa che incentiva l’abitudine di portar via quanto avanzato durante i pasti al ristorante. Si tratta del Rimpiattino, un nuovo box realizzato in cartoncino riciclato e decorato da illustratori e designer affermati. Veri e propri “pezzi d’autore” dunque, oltre che contenitori riutilizzabili che aiutano l’ambiente e combattono gli sprechi. Grazie a questi contenitori, che verranno consegnati dai ristoratori ai propri clienti, anche chi rinunciava a portar via gli avanzi per una questione di praticità, non avrà più alcun motivo per lasciare cibo e bevande sulla tavola.
Resta soltanto da vincere l’imbarazzo, maggiore freno, secondo i ristoratori, alla diffusione della doggy bag. Ma con la promozione dell’iniziativa e l’impegno dei ristoratori a proporre in prima persona ai propri clienti di portar via quanto non consumato, basterà poco tempo affinchè il Rimpiattino possa trasformarsi in un’abitudine consolidata. D’altronde quello degli sprechi è uno dei problemi maggiormente sentiti anche da parte degli addetti ai lavori. FIPE e COMIECO hanno, infatti, inervistato numerosi ristoratori che nell’80% dei casi hanno definito rilevante il problema degli sprechi. Sprechi dovuti, soprattutto, alle portate non consumate dai clienti. E soltanto in parte, dunque, alle fasi di approvvigionamento e preparazione.
Il Rimpiattino salva gli sprechi
Ed è proprio per questo che è nato il Rimpiattino il cui nome originale è il frutto della fantasia del Ristotante Duke’s di Roma. Il termine si ispira all’usanza italiana del “rimpiattare”. Vale a dire alla capacità di rielaborare e riutilizzare gli avanzi per realizzare nuove portate. Nella sacrosanta ottica, insomma, del “non si butta niente”. Sono 1.000 attualmente i ristoranti che hanno aderito all’iniziativa e che si apprestano a consegnare ai clienti i primi Rimpiattini. Ma altri 30.000 sono pronti ad imbarcarsi in questo nuovo progetto della doggy bag 2.0 che combatterà gli sprechi con stile e originalità.
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