Frutta e verdura: sin da quando siamo bambini ci dicono di mangiarne tanta, almeno 5 porzioni al giorno. Ma se assieme ai vegetali ingurgitiamo anche tonnellate di pesticidi, ci abbiamo davvero guadagnato in salute? Secondo il rapporto dell’ONG Générations Futures tra gli alimenti non-bio ben il 72,6% della frutta e il 41,1% delle verdure sono contaminate da residui di sostanze chimiche. Madame le Figaro ha chiesto ad alcuni esperti di dare qualche consiglio su come mangiare meno pesticidi. Ovvero, quali vegetali scegliere per limitarne l’assunzione. Ecco cosa hanno risposto.
Meno pesticidi in questi frutti e ortaggi
Innanzitutto, perché in certi vegetali ci sono meno pesticidi che in altri? La risposta è semplice: dipende dal grado di industrializzazione del prodotto. Ma anche dalla tipologia di buccia. Dal luogo di origine geografica. E dal tipo di pianta dalla quale cresce. Per esempio, l’avocado è un frutto che contiene meno pesticidi di altri (il 23,1% di residui secondo lo studio sopra citato). Questo avviene perché la sua buccia è dura e protegge il frutto dall’attacco di insetti. Perciò nella sua coltivazione l’uso di pesticidi è limitato. Un altro esempio è il kiwi, grazie alla buccia spessa – e pelosa. Tra i frutti che presentano relativamente pochi pesticidi troviamo la prugna e la susina. In questo caso perché la loro produzione è meno industrializzata rispetto ad altri frutti. Spesso vengono coltivate in ambienti rustici. Invece i frutti più contaminati, sempre secondo il rapporto, sono l’uva, i mandarini, le ciliegie, le fragole, le pesche e le arance. Tutti contenenti più dell’80% di residui.
La verdura è generalmente meno contaminata. Melanzane e carciofi se la cavano bene. Ma ancora meglio il mais, gli asparagi, i tuberi come il taro, la bietola, il cavolfiore. Questi hanno tutti meno del 7% di residui. Al contrario, chi ne ha di più sono il sedano, le erbe aromatiche tutte, le indivie, la lattuga e i peperoni.