Inutile girarci intorno. Mangiare qualcosa di dolce a fine pasto dà una gran soddisfazione. Non c’è nulla di male nell’ammetterlo. Ed entro certi limiti è perfettamente normale. Anche se per la salute non è sempre un toccasana. Un dolcetto ogni tanto non fa male a nessuno, ma non bisogna abusare di prodotti zuccherini. Anche se lo zucchero, si sa, stimola il rilascio di dopamina, legata alla sensazione di benessere. La dott.ssa Jen Nash, psicologa clinica specializzata in comportamento alimentare, e Fiona Hunter, nutrizionista, hanno spiegato al Daily Mail perchè molti sentono la necessità di concludere il pasto con un dolce, e come evitare di consumare troppi zuccheri senza provare un senso di privazione.
Le ragioni che ci spingono a desiderare il dolcetto di fine pasto
Le due studiose spiegano che esistono vere e proprie ragioni ataviche che ci fanno sentire attratti dai dolci. I nostri antenati, infatti, associavano i sapori aspri o amari ai cibi velenosi. Il nostro organismo, inoltre, è naturalmente attratto dai cibi particolarmente energetici. Saremmo, dunque, letteralmente nati per amare i dolci. Senza contare che lo zucchero ha il potere di creare dipendenza. Non a caso chi consuma sostanze stupefacenti aumenta anche il consumo di zuccheri. Questo pechè entrambe le sostanze agiscono sugli stessi centri di ricompensa del cervello. In ogni caso, per molti di coloro che non riescono a fermarsi di fronte ad un succulento dolcetto, non si tratta di una vera e propria forma di dipendenza, ma semplicemente di desiderio. Ed è importante saper distinguere le due cose.
Perchè il dolce è il completamento perfetto di un pasto
Ma, a parte i fattori ereditari, esisterebbero altre ragioni legate al singolo individuo che favorirebbero lo sviluppo della tendenza a desiderare i dolci. Gli studiosi ne hanno individuate cinque. La prima è il gusto. Le nostre papille gustative, infatti, sono in grado di distinguere cinque grandi gruppi di sapori. Il salato, l’amaro, l’aspro, lo speziato o pungente e, appunto, il dolce. Per questo quando nello stesso pasto sentiamo tutti e cinque i sapori ci alziamo da tavola più soddisfatti. In questo caso è semplice placare la voglia di dolce senza dover consumare per forza un dessert. Basta introdurre ingredienti dal sapore dolce nei propri piatti. Della frutta secca o del miele, ad esempio, ma anche semplicemente del mais o della zucca.
La seconda ragione è l’abitudine. Molti, sin da piccoli, sono stati abituati a concludere il pasto con un dolcetto. E dopo tanti anni diventa difficile rinunciare a quello che, ormai, è diventato un rituale. Si finisce per avere la sensazione che il pasto non sia completo senza il consueto dolce finale. Per ovviare a questo, si può provare a sceglire un fine pasto meno zuccherino. O magari sostiuire il dessert con una bevanda calda, ad esempio un tè.
Quando il dolce si trasforma in un’emozione
La terza ragione è di natura emotiva. In molti compensano la propria voglia di dolcezza e di affetto con lo zucchero. In questo caso, il modo migliore per soddisfare tale esigenza è cercare di coltivare i propri rapporti d’amore, famigliari e d’amicizia. Cercando di ritagliarsi, ogni giorno, un po’ di tempo per stare a contatto con i propri cari, anche solo telefonicamente.
Anche la quarta e la quinta ragione hanno un fondamento emotivo. Tante persone, infatti, si concedono, ad esempio, un dolce come ricompensa. Come un modo per dedicarsi del tempo. Specialmente quando si è abituati a dare il massimo sul lavoro, così come in casa. Talvolta è importante concedersi una pausa e riconoscersi i meriti per quanto di buono si fa. Ma lo si può fare anche senza mangiare dolci. Magari facendosi un piccolo regalo, o dedicandosi ad un’attività piacevole. Il premio sarà gradito tanto quanto un dolce. C’è, infine, chi non ha facilità ad elaborare le proprie emozioni e trova conforto nel cibo e nel dolce in particolare. In questo modo, però, si tengono dentro i propri sentimenti che non vengono metabolizzati creando del malessere. In questi casi è importante intraprendere un percorso che aiuti ad interpretare e comprendere a fondo i comportamenti alimentari.