A volte l’apparenza inganna. Anzi, molto spesso. Soprattutto quando tendiamo a giudicare in maniera frettolosa, e spesso approssimativa, chi fa un uso particolare della propria sessualità. Giudicando, sbagliando, con i nostri canoni culturali e sociali. Stesso discorso avviene anche la sessualità è virtuale. Ossia quando si inviano messaggi “hot”, video e foto, tramite cellulare. Sono questi soggetti più sicuri degli altri? O sono semplicemente più esibizionisti? O, magari, c’è un’altra spiegazione non esplicita? Uno studio cinese ha cercato di scoprirlo. E ha scoperto che c’è un senso di vergogna anche in loro.
I ricercatori hanno intervistato 361 studenti universitari a Hong Kong per quanto riguarda i loro comportamenti sessuali, la tutela per il proprio corpo, la vergogna e il controllo del proprio corpo e il loro comfort da nudi. Coloro che hanno avuto rapporti sessuali più frequenti, a quanto pare, si sono trovati più a loro agio nel rimanere senza veli. Ma, comunque, percepivano anche disagio e vergogna.
Chi fa sexting prova vergogna? Uno studio cinese rivela che…
“Quando ho approfondito la letteratura, ho notato le idee contraddittorie sul sexting. Questo funge da piattaforma per le persone nello sperimentare i loro corpi e la loro sessualità in un modo diverso da quello tradizionale”, dice il coautore dello studio e professore associato presso l’Università Ritsumeikan in Giappone, Mario Liong. “Così mi sono interessato a condurre uno studio empirico per capire qualcosa di più sulla natura del sexting”. Il ricercatore sostiene, a conclusione della ricerca, che tale messaggiare sia oggettivamente e sessualmente liberatorio. Ma poi precisa: “Rispetto alle persone che non lo praticano, chi fa sexting mostra un livello superiore di vergogna per il corpo e monitorano di più la loro figura corporea”.
Ma allo stesso tempo, si sentono più a loro agio nell’essere nudi. Il che è associato all’apertura e alla soddisfazione sessuale. Pertanto, non dovremmo concentrarci solo sulle conseguenze negative del sexting. E dovremmo riconoscere che anche il sexting può dare potere. E’ come se fosse un esercizio, se così vogliamo chiamarlo. Per piacersi di più. Per imparare a farlo. Sottolinea, tuttavia, che questo studio non suggerisce una causa e un effetto. E che non si può dire che determini un miglioramento. Bisognerebbe quindi addentrarsi nei singoli casi. Senza generalizzare troppo.