L’obesità infantile è un fenomeno dilagante e persistente. E, a suo dire, in Italia a 9 anni un bambino su 10 è obeso e 2 su 10 sono in soprappeso. Aggiunge ancora che, circa il 50% degli adolescenti obesi, rischia di esserlo anche da adulti. I dati sono quelli della Società Italiana di Pediatria e la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica.
Proprio per questo, il documento da loro redatto suggerisce all’agenda sanitaria del Paese come obiettivo prioritario, la prevenzione e la cura dell’obesità e delle sue complicanze. Tale accorgimento favorirà una riduzione dei costi per il SSN, qualora dovrà sostenere, assistere e curare gli adulti che denunceranno patologie croniche, associate all’obesità.
Un bambino che ora è obeso potrà avere gravi problemi una volta adulto
Entriamo nel dettaglio. Il 5% circa dei bambini/adolescenti italiani accusa, a causa dell’obesità, valori di glicemia superiori ai limiti di normalità. Questa è già condizione di pre-diabete, come viene definita. Si tratta di un’alterazione del metabolismo del glucosio che, comunque, può regredire. D’altronde non è scontato che questi bambini si ammaleranno di diabete. Mediante una corretta alimentazione, un’adeguata attività motoria, un giusto calo di peso, il metabolismo del glucosio potrà rientrare nei limiti di normalità.
Inoltre un bambino obeso su tre presenta valori di trigliceridi e/o colesterolo LDL elevati, mentre il colesterolo buono, HDL, risulta inferiore ai valori di normalità. Tale condizione li espone a rischi di sindrome metabolica e alla comparsa di arteriosclerosi. Uno su tre di questi, inoltre, accumula grasso nel fegato. Si tratta di un sicuro danno epatico, ma che, in seguito, può progredire e peggiorare. Il 10% dei bambini obesi, infine, presenta valori pressori superiori alla norma.
L’infanzia è sempre più soggetta al diabete, all’ipertensione e alla dislipidemia. Il controllo del peso ne è un significativo contrasto. Il diabete è una malattia preoccupante. Basti pensare a uno studio statunitense. Questo avrebbe previsto che, nel 2050, un ragazzo americano ogni 1.500, mediamente, accuserà il diabete 2. Inoltre il diabete a esordio precoce, confrontato con quello che insorge in età adulta, risulta più aggressivo. E le consequenziali e temibili complicanze sopraggiungono, mediamente, tre volte prima.