Quello degli sprechi alimentari è un problema più che mai attuale. Non c’è luogo del mondo in cui non si lotti contro questa cattiva abitudine. Le inizitive e le camapgne di sensibilizzazione nei confronti di uno stile di vita sostenibile sono tante. E, seppur lentamente, si stanno facendo tanti piccoli passi verso un consumo più consapevole. I dati alla mano dimostrano, però, che di strada da fare ce ne è ancora tanta, a prescindere dal Paese in cui si abiti. E soprattutto in ambito domestico. Sembrano, infatti, essere proprio le famiglie quelle meno attente al problema. A fronte di un atteggiamento più virtuoso registrato nelle grandi filiere alimentari, dove si stanno diffondendo processi sempre più orientati alla riduzione degli sprechi. Più di una ricerca ha dimostrato che la soluzione al problema è ancora lontana. E che deve partire dalle realtà più piccole.
Sprechi alimentari in numeri
Gli studi che analizzano il problema sono numerosi e sembrano condurre tutti nella stessa direzione. Tra gli ultimi dati raccolti emergono quelli del Food Sustainability Index e quelli di una recente ricerca condotta da InSinkErator. Il Food Sustainability Index è stato messo a punto da Barilla e The Economist Intelligence Unit. Lo scopo è quello di analizzare e misurare il livello di sostenibilità alimentare in 34 diversi Paesi del mondo. Secondo i rilevamenti effettuati in Italia, ogni cittadino sprecherebbe in media ben 145 chili di cibo ogni anno. Non bisogna, comunque, sottovalutare i miglioramenti registrati dopo l’entrata in vigore della Legge Gadda. Grazie alla nuova disciplina in materia di lotta allo spreco e incentivo alle donazioni sono stati fatti numerosi progressi. Specialmente nell’ambito delle donazioni, aumentate ben del 21% nell’ultimo anno.
Nel Regno Unito la situazione non sembra essere più rosea. Secondo un recente sondaggio condotto da InSinkErator, la multinazionale ideatrice dei dissipatori alimentari, nelle famiglie britanniche i genitori getterebbero via circa un quarto dei pasti destinati ai propri figli. La ricerca si è concentrata su un campione di 2.000 genitori che hanno servito 1.460 pasti serali. Di questi ben 390 (il 25%) è finito nella spazzatura. I bambini sono i consumatori più esigenti e selettivi. Spesso, infatti, anche quando hanno appettito, rinunciano a mangiare se il cibo non è di loro gradimento. Il piatto con cui succede più spesso è l’insalata, seguita dalla carne, dalle verdure e dai risotti.