Tosse, starnuti etc. sono alcuni dei sintomi che possono manifestarsi quando stai male. Ma, a quanto pare, non sono gli unici. Secondo i ricercatori dell’Università di Stoccolma, stando a quanto riporta il Daily Mail, ogni individuo potrebbe essere in grado di capire se qualcuno è in buona salute o meno. Come? Semplicemente osservandone il volto. A loro avviso, infatti, alcuni segnali facciali come l’arrossamento degli occhi, il cambiamento di colore delle labbra e dell’incarnato, palpebre sporgenti etc. sarebbero visibili a distanza di poche ore dall’inizio di un’infezione.
Quando è il viso a dire che stai male: la ricerca
I ricercatori, al fine di dimostrare la tesi, hanno chiamato in causa 22 volontari e iniettato loro due soluzioni. Una conteneva acqua e zucchero mentre l’altra frammenti di Escherichia coli pronti a scatenare sintomi simil-influenzali. Dopo due ore sono state scattate delle foto ai volti dei soggetti coinvolti e mostrate, per un massimo di cinque secondi, a 62 osservatori. L’obiettivo? Determinare se la persona raffigurata fosse malata o sana.
Sani o malati?
I risultati della ricerca, pubblicati sul Proceedings B, Royal Society Journal, hanno rivelato che i partecipanti sono stati in grado di identificare correttamente le persone malate nel 52% dei casi. Per gli individui sani, invece, la percentuale è stata del 70%. Il professor Axelsson, co-autore della ricerca, ha rivelato che il giudizio relativo al riconoscimento di un individuo malato o in salute potrebbe variare a seconda delle persone che analizzano le immagini.
Stando a quanto riporta il The Guardian, la prova è stata ripetuta una seconda volta. Gli individui fotografati, dopo una nuova iniezione di Escherichia coli, sono stati valutati da 60 partecipanti. I loro volti sono risultati più stanchi e malconci rispetto alle foto di quelli che avevano ricevuto il placebo. Presentavano infatti una faccia più gonfia e occhi più rossi. Ma non solo. Anche palpebre sporgenti e labbra più chiare.
Conclusioni
I ricercatori ritengono che, probabilmente, le persone hanno sviluppato la capacità di individuare un soggetto malato in una fase precoce della malattia al fine di capire quando il rischio di contagio è più elevato. “I nostri risultati suggeriscono che alcuni segnali si potrebbero utilizzare per evitare di contrarre l’infezione da altre persone” – ha dichiarato Axelsson.