Miso, tè matcha, wasabi, ramen, ginseng, olio di sesamo: un viaggio fra i sapori più tradizionali dell’Asia, tra Giappone, Cina e Korea, con i preziosi consigli del tecnico ed educatore alimentare Andrea Calvo, esperto di ristorazione asiatica. E con un’aggiunta, tutta dedicata all’India, di due piatti perfetti per l’inverno. Ossia il dal e il butter chicken.
Si parte con il Giappone: miso, té matcha e wasabi….
MISO (Giappone) – Si possono individuare tre principali tipi di miso: quello d’orzo (muji miso), quello di riso (kome miso) e quello di sola soia (hacho miso). Grazie alla presenza di enzimi, lattobacilli e lieviti, il miso svolge un’efficace azione di stimolo per la digestione. Si usa, sciolto con un po’ d’acqua, come base per minestre e zuppe. Da servire calde e arricchite con verdure, alghe marine o tofu.
TE’ MATCHA (Giappone) – Esistono due tipologie di matcha: usucha, le cui foglie sono raccolte da piante più giovani di 30 anni, e il koicha che invece prevede l’uso di foglie di piante che superano i 30 anni. Il tè matcha contiene concentrazioni importanti di Vitamina B1, B2 e C, oltre a beta carotene, polifenoli e caffeina. E’ ricco di antiossidanti e ha eccellenti proprietà digestive.
WASABI (Giappone) – ll Wasabi è un ottimo digestivo e ha proprietà disinfiammatorie che si avvicinano a quelle del paracetamolo. E’ anche ricco di vitamina C e di antiossidanti. Tant’è che è annoverato nell’immaginario collettivo tra i motivi alla base della longevità nipponica. Infine, è un depurativo per l’organismo. Infatti espelle le tossine e contribuisce a pulire il fegato.
RAMEN (Giappone, Cina) – Si tratta di una zuppa di spaghetti di frumento accompagnata generalmente da elementi fissi. Vale a dire alcune fettine di arrosto di maiale, alghe marine secche, cipolotti, uova quasi sode e komaboko, ovvero un piatto giapponese preparato con surimi e pesce azzurro. Ciò che conta per un buon ramen è in realtà il dashi, il brodo base nipponico.
Ginseng e olio di sesamo contro stress e per fare un pieno di vitamine
GINSENG (Cina) – In cucina viene impiegata la radice intera da grattugiare oppure in polvere, da aggiungere a brodi e zuppe. Il ginseng agisce a livello dell’asse ipotalamo-ipofi-sisurrene inducendo alla liberazione di cortisolo, l’ormone capace di migliorare la risposta allo stress psico-fisico. La sua azione riduce la formazione dei radicali liberi, causa dell’invecchiamento cutaneo.
OLIO DI SESAMO (Giappone, Korea, Cina) – L’olio di sesamo è estratto dai semi della pianta di sesamo, in botanica Sesamum indicu, della famiglia delle Pedaliaceae. Questo è ricco di acido oleico e di acido linoleico, fonte di acidi grassi essenziali omega 3 e 6. Contiene preziose vitamine con prevalenza di vitamina A, E, B1, B2 e B3. Infine contiene ben otto aminoacidi essenziali importanti per il cervello.
La preziosa cucina indiana contro l’influenza
DAL (India) – La sua base è costituita di legumi, che possono essere interi, ma che più spesso sono spezzati. Generalmente sono conditi con zenzero, tamarindo e mango. In più una mistura di spezie e di aromi con cipolla, aglio, cumino, peperoncino e coriandolo. Questi alimenti sono ricchi di sali minerali, soprattutto ferro, potassio e fosforo. Ma anche di vitamina, come tiamina, niacina, acido folico e biotina.
BUTTER CHICKEN (India) – Il pollo al burro è tutt’altro che dolce, ma è una delle più tipiche ricette indiane che però potrete mangiare e gustare senza troppo piccante. Il tutto è a base di pollo tandoori, e all’interno del suo sugo si conta peperoncino, zenzero, cumino, coriandolo, ghi e concentrato di pomodoro. Zenzero e cumino sono conosciuti per le proprietà antinfiammatorie e digestive, perfetti contro raffreddore e sintomi influenzali.