Sono oltre 500.000 i cittadini europei che, ogni anno, perdono la vita a causa dell’aria che respirano. L’inquinamento atmosferico è una vera piaga dell’era moderna. Dopo malattie cardiache ed infarti è la principale causa di decessi prematuri. Le vittime continuano ad essere tantissime nonostante la qualità dell’aria migliori. Dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) giungono alcuni dati incoraggianti sul miglioramento della qualità dell’aria. Ma occorre fare ancora tantissimi passi affinché tali progressi possano incidere in maniera determinante sulla salute e sulla vita delle persone. A rivelarlo è il Daily Mail che riporta alcuni dati allarmanti sui casi di decesso prematuro associati all’inquinamento.
Anidride carbonica, polveri sottili, ozono. I killer dell’era moderna
Secondo il rapporto dell’EEA, nel 2014 520.000 persone in 41 Paese europei hanno perso la vita a causa della combustione dei combustibili fossili. Circa 30.000 in meno rispetto all’anno precedente. Di questi, circa quattro su cinque (428.000) sono direttamente legati alle polveri sottili. Si tratta di particelle microscopiche (meno di 2,5 micron) che, se inalate, possono giungere rapidamente nei polmoni ed anche nel flusso sanguigno. Sono note come PM2.5 e possono, dunque, rivelarsi letali.
Tra le principali cause di inquinamento e, purtroppo, di decesso si annoverano anche le emissioni dei motori dei veicoli. In particolare l’anidride carbonica emessa nell’aria e l’ozono a livello del suolo. Nei 28 Paesi della UE le emissioni di CO2 nel 2014 hanno causato 399.000 vittime da inquinamento su 487.600. Tantissime anche quelle legate all’ozono che si genera quando il diossido di azoto viene esposto alla luce solare. Non meravigliano, dunque, gli sforzi che si stanno compiendo per realizzare veicoli sempre più ecologici. Sono sempre più numerosi, ad esempio, quelli che sfruttano anche fonti di energia alternative e pulite. Soltanto riducendo le emissioni e mettendo a disposizione dei cittadini un trasporto pubblico efficiente sarà possibile decongestionare, finalmente, le nostre città.
L’inquinamento danneggia i polmoni più delle sigarette
Se un tempo erano i fumatori le principali vittime del cancro ai polmoni, oggi, purtroppo, ogni cittadino è in pericolo. L‘EEA rivela, infatti, che ogni anno aumenta vertiginosamente la percentuale di chi sviluppa questo male senza toccare sigarette. Con questo ritmo in circa dieci anni i decessi per cancro ai polmoni tra i non fumatori supereranno quelli di chi fuma abitualmente. E questo anche perché, ogni anno, sono sempre più numerose le persone che smettono di fumare. I dati sono, dunque, davvero allarmanti. Ma tra le più pericolose conseguenze dell’inquinamento non si annoverano soltanto le malattie polmonari e il cancro. Secondo alcuni studi i fumi stradali potrebbero essere, in qualche modo, legati persino allo sviluppo del morbo di Alzheimer.
Bisogna, quindi, correre ai ripari per poter salvare quante più vite possibile. Anche perché, come spiega Greenpeace, sono sempre più numerose le persone che convivono ogni giorno con le conseguenze dell’inquinamento. Bambini, malati ed anziani più di ogni altro.