Robot sessuali o sex dolls, come volete. Sono generalmente donne di plastica – hanno capelli, labbra e fattezze umanoidi – fabbricate in aziende ultra-tecnologiche e vendute sul mercato come oggetti di piacere e compagnia per gli uomini. Scusate se la rivoluzione è qui ed è opportuno farsi qualche domanda. Oggi i robot femminili non sono infatti solo l’argomento cardine di alcuni film di fantascienza. O la speculazione preferita per l’immaginario vivido di registi e attori, come visto nella pellicola Ex Machina del 2015 con Alicia Vikander.
Robot sessuali: uno sguardo al settore
Gli androidi donna sono realtà. E il tema stuzzica l’attenzione di filosofi e pensatori. Quale sarà infatti lo scenario di una futura interazione tra macchine e umani? Cosa comporterà dal punto di vista della sfera sessuale e personale?
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Come rivela un articolo del Telegraph, le aziende che producono robot sessuali sono decisamente all’avanguardia. Tra queste Real Doll è un’impresa californiana specializzata nella realizzazione di bambole in silicone. Il modello realizzato si chiama Harmony e il costo singolo si aggira intorno ai 15 mila dollari. I robot di Real Doll possono parlare, sorridere e fare sesso con gli umani.
Il parere degli esperti
Secondo il Dott. Trudy Barber, che da anni studia l’impatto della tecnologia sulle relazioni umane, il cambiamento è dietro l’angolo. Addirittura lo studioso immagina uno scenario dove il sesso tra umani sarà un’esperienza speciale. Mentre quello tra robot la normale soddisfazione dei bisogni quotidiani.
Il Dott. Barber ha parlato solo lo scorso anno all’International Congress of Love and Sex with Robotics. Durante il suo intervento ha dichiarato che il sesso con i robot sarà una realtà molto diffusa nell’arco dei prossimi 25 anni. “Succederà e trasformerà le relazioni umane in qualcosa di unico”, ha dichiarato in quell’occasione.
Altro tema sul piatto è quello delle relazioni di potere fra generi. In effetti un robot donna che in sostanza soddisfa il proprio compagno nei bisogni essenziali senza sottrarsi e senza mai negarsi, riflette un quadro piuttosto avvilente delle relazioni umane. Un robot sottomesso è un po’ la conferma di quel processo di oggettificazione del corpo femminile che da tempo le donne contrastano con forza.
Robot sessuali uguale sottomissione femminile?
La Dott.ssa Kathleen Richardson, Ricercatrice Senior nel campo della Ethics of Robotics presso il Centre for Computing and Social Responsibility ha compiuto molte ricerche su questo tema. “Una macchina, come avviene per le donne nella pornografia, è creata solo per gratificare il piacere maschile. Ma le donne non sono come le ritraggono pornografia e media”.
“Nella vita reale – ha aggiunto la Dott.ssa – le donne hanno i loro desideri e pensieri. Sembra logico che dove gli uomini non riescono ad esercitare su di loro un certo tipo di controllo si rivolgano all’intelligenza artificiale”.
Un’opinione che conferma quanto la tecnologia possa essere uno strumento pericoloso nella misura in cui chi la adopera decida di modellarla su idee e convinzioni sbagliate. In particolare se impiegata nella sessualità, essa potrebbe non fare altro che replicare gli odierni disequilibri di genere e gli stereotipi negativi sulla femminilità.
Eppure ancora una volta la responsabilità è del tutto umana e non prettamente robotica.