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Williamsburg, la Guerra d’Indipendenza riprende vita

Un museo esperienzale dove rivivono i fatti principali con i personaggi noti e meno noti della Rivoluzione Americana

Williamsburg musei
©jay-rosenblatt/ d-and-p.com

Williamsburg è una città della Virginia Penisula, nella regione di Hampton Roads nel sud della Virginia. La vicina Yorktown è un piccolo sobborgo passato alla storia per aver ospitato l’episodio militare finale della Rivoluzione Americana, nel 1781. Ed è proprio L’Assedio di Yorktown il titolo del film proiettato nel teatro esperienziale dell’American Revolution Museum. Si tratta di una nuova avventura che immerge il visitatore nella realtà dell’epoca facendolo sentire parte integrante del conflitto. Tra cannoni, fucili, colpi di artiglieria, fuochi e fiamme. La nuova struttura, di 80 mila metri quadrati, racconta una storia che non è solo la Guerra d’Indipendenza. Ma quella della nascita di una nazione.

IL MUSEO DI WILLIAMSBURG

Sebbene non vengano ovviamente ignorate le grandi battaglie della rivoluzione che apprendono gli scolari sui libri, i riflettori sono puntati anche sulle persone. Nel museo sono evidenziati personaggi di cui forse non si è mai sentito parlare. Il museo della Virginia è diviso in 5 gallerie. Che vanno dalla descrizione dell’Impero Britannico e dell’America alla Nuova  Nazione e alla nascita del popolo americano. Storia che viene vissuta grazie ai touch screen e ai film. E alle esibizioni che narrano di storie di vita dei ribelli, degli americani nativi e degli afroamericani. Si incomincia il viaggio indietro nel tempo con il ritratto a grandezza naturale di Giorgio III, quando la maggior parte dei coloni americani erano ancora fedeli al re. Nel 1793 l’Impero Britannico dominava il Nord America, vincendo su francesi e indiani.

LA GUERRA D’INDIPENDENZA AMERICANA AL MUSEO DI WILLIAMSBURG

I lunghi fucili e la polvere da sparo, i confini coloniali, le popolazioni schiave delle 13 colonie alla fine della guerra sono tutti dettagli ben descritti. Particolarmente interessante è uno dei primi ritratti di un africano schiavo nelle colonie britanniche americane, risalente al 1733. Nella galleria che descrive il cambiamento dei rapporti tra il Nuovo Stato e l’Inghilterra c’è un grande diorama del molo, i barili di tabacco pronti per essere esportati e pannelli illustrativi che spiegano le leggi britanniche in materia di produzione. Una statua di Patrick Henry si trova di fronte alla Tavernetta del Red Lion, dove un cortometraggio spiega la crescente rabbia coloniale sulla tassazione. E ancora storie di schiavi, prigionieri di guerra, mercanti. La scrittura della Costituzione. Ma anche scene di vita quotidiana dei villaggi dell’epoca. E foto dei discendenti dei protagonisti di quel periodo, personaggi sconosciuti che hanno costruito la nazione.

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