Ci sono vestitini che, per quanto succinti e realizzati con pochi centimetri di stoffa, fanno sudare terribilmente. Altri che, magari più lunghi e coprenti, lasciano la pelle fresca e asciutta. Dove sta la differenza? Nelle fibre, naturalmente. Esistono dei tessuti anti-caldo che, sebbene non possano garantire la frescura a Ferragosto, possono perlomeno minimizzare la sudorazione. Perché lasciano respirare la pelle, al contrario di altri. Quali sono?
Quali sono i migliori tessuti anti-caldo
La risposta è semplice: dividete senza indugio alcuno i tessuti sintetici da quelli naturali, e già avrete una importante scrematura. L’acrilico, presente in moltissime t-shirt, canotte, gonne, pantaloni e camicette di basso costo è il peggior nemico della pelle nei mesi caldi. La pelle non traspira, ed ecco che la sudorazione diventa un tema critico. Attenzione anche alla lingerie: un reggiseno o uno slip possono far molto caldo se realizzati in fibre sintetiche. Tra i più comuni tessuti sintetici, oltre all’acrilico c’è il poliammide, il poliestere, il polietilene, la viscosa.
Veniamo quindi ai tessuti anti-caldo. Le fibre che meglio lasciano respirare la pelle sono quelle naturali. E si traducono in cotone prima di tutto, specialmente se è di qualità. E poi lino, perfetto per abiti e gonne estive. Ma anche fibre meno comuni come la canapa o la soia. Il denim può andar bene se leggero, e se proviene da cotone di buona qualità. Attenzione invece alla seta: anche se naturale è un tessuto che scalda. Così come lo chiffon. Se amate i capi velati, optate per veli di cotone.
Inoltre, ricordate che scoprire la pelle non è sempre il miglior stratagemma anti-caldo: spesso una gonna lunga, ampia a svolazzante, permette di arieggiare di più di una mini. Lo stesso vale per i top: evitate i capi attillati e optate per tagli morbidi e leggiadri. E scegliere pantaloni ampi, magari i modelli crop che tanto vanno di moda, perfetti perché lasciano circolare l’aria al loro interno.