Gli uomini avvezzi ai videogiochi, quelli che vi spendono meno di un’ora al giorno, possono soffrire un po’ meno di eiaculazione precoce. A dirlo Andrea Sansone, medico specialista in endocrinologia, che ha condotto in Italia uno studio scientifico, in seguito pubblicato su “The Journal of Sexual Medicine”.
In questo studio ben 500 sono stati gli individui coinvolti e selezionati tramite social network e siti specializzati. La loro età era compresa tra i 18 e i 50 anni. Cento di loro hanno dichiarato che non avevano vissuto rapporti sessuali nelle 4 settimane immediatamente prima del test. Quattro per errori commessi hanno reso i test non validi. 109 dei 396 rimasti, non si sono dichiarati videogiocatori. Gli ultimi 287, infine, sono risultati videogiocatori. O, almeno si sono definiti tali, dichiarando, in media, almeno un’ora di gioco al giorno.
Grazie al test svolto, i non videogiocatori, a differenza degli altri, hanno denunciato una prevalenza di problemi di eiaculazione precoce.
La spiegazione viene attribuita agli effetti della dopamina. Cioè dell’ormone di piacere che l’attività ludica riesce a generare. Poiché la stessa dopamina risulta coinvolta, anche, nella stimolazione dell’orgasmo, il videogiocare può essere ritenuto un valido allenamento al sesso. Purtroppo esiste l’altra faccia della medaglia da prendere in debita considerazione. Ed essendo questo passatempo “stressante” può provocare un calo del desiderio.
E’ chiaro che questo dovrà essere convalidato da ulteriori studi e da metodi più mirati. D’altronde già nello stesso abstract vengono sottolineati alcuni limiti di questo studio, plausibili e comprensibili. Sia perché si tratta del primo studio di questo tipo, ma anche perché il sistema di reclutamento può aver apportato qualche distorsione.
Videogiochi, l’uso occasionale può essere benefico
“I videogiochi possono essere comparati all’esercizio fisico: l’uso occasionale può avere effetti benefici, ma quando si supera la soglia tra l”uso occasionale’ e l”abuso cronico’ ecco che arrivano gli effetti negativi. Comunque abbiamo appena scalfito la superficie di questo nuovo campo di ricerca: spero che prima o poi saremo in grado di produrre risultati più solidi. Nel frattempo continuerò a giocare!”. E’ quanto il dottor Sansone sostiene.