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Etichetta giusta, verdure più buone. Gli “scherzi” del cervello

Recenti ricerche hanno dimostrato che alcuni processi mentali del nostro cervello spingano i consumatori a scegliere prodotti con un’etichetta più accattivante

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Inutile provare a negarlo. Capita più spesso di quanto siamo pronti ad ammettere. Anche ai consumatori più attenti ed oculati succede di cadere nelle più comuni “trappole” del marketing. Inutile sentirsi “raggirati”. E’ una cosa naturale. Si tratta di espedienti semplici ma che fanno leva su alcuni dei più comuni processi mentali che si innescano nella maggior parte dei consumatori intenti a scegliere i prodotti da acquistare. Processi mentali che ci portano, ad esempio, a preferire prodotti con un’etichetta che riporti descrizioni e diciture accattivanti. Non c’è niente di male, è una tendenza incredibilmente diffusa. Per lo meno è quanto affermano gli scienziati a seguito di recenti studi su come l’etichettatura influenza le scelte dei consumatori. I risultati, pubblicati su JAMA Internal Medicine, sono stati riportati dal Daily Mail.

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Con l’etichetta giusta le verdure sembrano più buone

La ricerca è stata condotta in una grande caffetteria universitaria nel corso della stagione autunnale 2016. Ogni giorno la stessa verdura è stata etichettata in quattro modi differenti. In modo semplice e senza fronzoli, con diciture che ne sottolineavano le proprietà salutari dandone un’accezione restrittiva o positiva, ed, infine, in maniera accattivate e fantasiosa. La verdura proposta era stata preparata sempre allo stesso modo. Ma gli avventori, nella maggior parte dei casi, hanno chiesto quella con l’etichetta più fantasiosa. In particolare, nel 25% dei casi in più rispetto a quella con l’etichetta semplice, nel 41% in più rispetto a quella salutare restrittiva, e nel 35% in più rispetto a quella salutare positiva. Alla scelta dell’etichettatura più accattivante, inoltre, è stato associato un maggior consumo della verdura stessa in termini di quantità.

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La scelta dell’etichetta è una questione psicologica

Non c’è nulla di strano nel prediligere un alimento con un’etichetta più interessante. Quando legge determinate descrizioni, il cervello è portato ad attribuire al prodotto una maggiore qualità. Di contro, le etichettature che fanno leva sugli aspetti salutari generalmente portano a ritenere il prodotto meno saporito. Le etichette di fantasia generano curiosità e suscitano emozioni positive. A risultati analoghi è pervenuta un’altra ricerca che ha analizzato le scelte di mercato riguardo ai vini. Il consumatore è portato a prediligere quelli con etichette che oltre a descriverne gli attributi sensoriali, si soffermano sui produttori e le loro storie. Il coinvolgimento emotivo orienta la scelta innescando una sorta di effetto placebo nel nostro cervello.

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