Lana per tutti. In inverno sono tantissime le fibre naturali di origine animale che assicurano calore e morbidezza ai più freddolosi. Su quale puntare?
Lana: a ognuno la sua varietà
In primis, quando ci si deve misurare con la scelta di un maglione, una sciarpa etc., bisogna capirne la composizione. Oltre alla vigogna e al cashmere c’è molto di più: chi ama i filati pregiati può aprirsi a nuovi orizzonti.
Pelo di Yak
In molti l’hanno definito il nuovo cashmere: parliamo del pelo di Yak, o bovino tibetano, una specie tipica dell’Asia centrale. Il suo pelo è lungo e ispido mentre, il sottomanto, essendo morbido, permette di ottenere una fibra pregiata che si contraddistingue per finezza e sofficità.
Il mohair e il kid mohair
La fibra di mohair è ottenuta dalla lavorazione del pelo della capra d’Angora, una razza originaria della Turchia che, per la lunghezza e la lucentezza del pelo, molto ricorda la seta. Quando si parla di kid mohair, invece, si fa riferimento a una fibra di qualità superiore ricavata dalla prima tosatura dell’animale.
Lana di cammello
C’è poi il cammello il cui vello si presenta fine e soffice ergo è perfetto per confezionare capi di maglieria. Che dire poi del lama? Il suo sottopelo, morbido e caldo, dato il suo potere isolante, è ottimo per realizzare cappotti e giacche invernali.
Qivut
Interessante anche il qivut, la fibra tessile che si ricava dal manto del bue muschiato. Proprio così, la sua folta pelliccia, se esternamente si presenta ruvida, ha invece un sottopelo più fine del cashemere.
Lana di alpaca
Questa lana proviene dal pelo dell’alpaca, un mammifero della famiglia dei camelidi allevato sugli altipiani andini: è molto resistente, non infeltrisce e non causa reazioni allergiche. Ogni animale produce circa 2-3 kg di pelo ogni anno e questo spiega il suo costo elevato.