Esiste un test, un sistema di classificazione dell’orientamento sessuale chiamato Scala di Kinsley, dal nome dello scienziato che la inventò negli anni ’40. Attraverso questa egli volle indagare gli orientamenti sessuali delle persone, uscendo dalle rigide caselle di ‘etero’ o ‘gay’. Esisteva, ed esiste oggi, un ampio ventaglio di sfumature bisex. Che si collocano con diverse intensità tra l’essere completamente gay o completamente etero. Kinsley inventò un metodo per capire dove le persone si collocassero in un preciso momento della vita. La sua scala viene ancora utilizzata, o comunque presa come punto di partenza, quando si fanno statistiche riguardanti gli orientamenti sessuali. Ed è proprio utilizzandola che uno studio inglese ha evidenziato come 1 giovane su 2 non si definisca ‘eterosessuale’.
Molti giovani inglesi sono bisex. E non solo loro
Lo studio, promosso da YouGov nel 2015, è stato condotto in maniera molto semplice. Si è chiesto ad un campione di persone di collocarsi in una scala che andava dal ‘completamente etero’ al ‘completamente gay’. Tra i vari dati emersi (trovate tutti i risultati qui) si evidenzia come il 43% dei giovani tra i 18 e i 24 anni non si collochi in una delle due aree ‘definite’. Varie sfumature di orientamento bisex emergono tra i giovani, mentre diminuiscono man mano che l’età aumenta. Questo rende evidente come tra le nuove generazioni l’orientamento sessuale fluido sia sempre più contemplato, accettato, vissuto e dichiarato.
Non è l’unica indagine condotta che arriva a questi risultati. La CNN riportava ad inizio anno i dati riguardanti la popolazione americana. Che sottolineavano come i bisex dichiarati siano in grande aumento. Di recente il dato è emerso anche in Italia, come ha riportato la trasmissione Tagadà, rifacendosi ad uno studio dell’Istituto di Ortofonologia.
Aumentano i bisex, o la consapevolezza?
Se volessimo trovare le ragioni di questo incremento, potremmo ricondurle a due strade. La prima, è che oggi i ragazzi non si facciano più problemi a concedersi la possibilità di sperimentare anche le vie che non sono considerate ‘conformi’. Insomma, non reprimono più le loro inclinazioni, perché non si sentono più costretti a farlo. La seconda è che, molto semplicemente, non temano più di dichiararlo, come invece poteva accadere un tempo.
I dati delle indagini evidenziano come la bisessualità sia più diffusa tra le donne. E molti specialisti concordano nel dire che la fisicità tra ragazze è assai più comune che tra i ragazzi, quindi il passaggio da un atto ‘platonico’ ad uno reale è più facile, deve abbattere meno tabù. Inoltre, la bisessualità maschile tende ad essere ancora considerata come decadenza della virilità, mentre una donna bisex rimane una donna, agli occhi della società. I pregiudizi sono ancora, innegabilmente, un motivo di auto-repressione.