I cambiamenti non riguardano solo la tecnologia ma anche l’alimentazione. Spesso, quando ci si trova a fare la spesa al supermercato, l’occhio cade su quei prodotti che riportano una parola magica “sano”. Cosa indica realmente tale termine?
La rivoluzione della Fda
E’ qui che entra in gioco la Food and Drug Administration (Fda). Ebbene sì. L’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei vari prodotti alimentari e farmaceutici, ha deciso di rivedere la definizione ufficiale di cosa è realmente “salutare”. Da non sottovalutare poi le crescenti richieste delle aziende alimentari e dei legislatori.
Quando il cibo è salutare?
Il termine “salutare” e’ stato definito in modo ufficiale nel 1995. Ma, essendo le raccomandazioni da parte di medici ed esperti a tema dieta e alimentazione cambiate nel corso del tempo, è bene aggiornarsi. Se prima l’attenzione era focalizzata solo sui grassi, ora come ora, non sono più da considerare dei veri e propri nemici in quanto non hanno sempre effetti negativi sull’organismo. Esistono anche i grassi salutari.
“Prove scientifiche indicano che la chiave in una corretta alimentazione non è legata solo all’ammontare di grassi ingeriti ma al tipo di grassi che si consumano”. Ha rivelato Connie Diekman, nutrizionista della Washington University a St. Louis.
Il concetto di sano è importante da chiarire al fine di mettere i consumatori nella condizione di fare scelte consapevoli. “Sappiamo che i consumatori si basano sulle etichette per scegliere un prodotto alimentare, soprattutto se lo acquistano per la prima volta“. Ha dichiarato Douglas Balentine, direttore dell’ufficio Fda che si occupa di nutrizione ed etichettature dei cibi.
Si tratta insomma di una bella sfida. Al fine di individuare quali alimenti possano essere definiti salutari ci vorrà del tempo. La Fda è aperta al dialogo motivo per cui ha invitato gli americani a lasciare commenti sul proprio sito.