Dal romanzo omonimo di Mario Puzo, uno dei massimi capolavori del cinema. Francis Ford Coppola collaborò con Puzo alla stesura della sceneggiatura de Il padrino, e da poco più di un romanzo pulp nacque la più famosa epopea mafiosa della storia del cinema.
Il romanzo originale di Robert Bloch è tenuto in alta considerazione, eppure Psycho è uno di quei casi in cui il film (di Alfred Hitchcock) è talmente un'icona da aver surclassato la fama del romanzo. E poi c'è la geniale idea di concentrare la prima metà del film su Marion Crane (Janet Leigh), rendendo la sua morte una sorpresa indimenticabile.
Lo squalo è uno dei più grandi film di Steven Spielberg e, di conseguenza, uno dei più grandi film punto. Fu il film che iniziò la tradizione dei blockbuster estivi, divenne in breve il maggiore incasso di tutti i tempi (scalzato dalla vetta due anni dopo da Guerre stellari) e, tutt'oggi, è ricordato molto di più del mediocre romanzo di Peter Benchley da cui è tratto. Cose come "Ci serve una barca più grossa" (battuta improvvisata da Roy Scheider sul set) e il monologo di Quint (Robert Shaw) sulla USS Indianapolis nel libro non si trovano. Fate un po' voi.
Il fatto che Stephen King odi a morte Shining di Stanley Kubrick la dice lunga sulla riuscita del film. Nulla da togliere allo scrittore di Bangor, ma Shining non è tra i suoi capolavori, mentre il film è considerato uno dei più grandi horror mai realizzati. E la riuscita sta proprio nella libertà con cui Kubrick ha rimesso mano al testo, cambiando molte cose e suscitando l'ira dello scrittore.
Da un romanzo di P.D. James, I figli degli uomini di Alfonso Cuaron è uno dei più recenti capolavori della fantascienza distopica, un genere che affronta con grande realismo plausibili scenari futuri della storia umana. Si tratta di un film molto superiore al romanzo, pur affascinante. Ma niente può essere paragonato al tour de force emotivo del viaggio di Theo (Clive Owen), determinato a proteggere l'unica donna incinta in un mondo in cui non nascono più bambini. E niente può essere paragonato ai tre piani sequenza partoriti dal maestro della fotografia Emmanuel Lubezki, premio Oscar per Gravity, Birdman e Revenant.
Fight Club di David Fincher è un film culto per un'intera generazione, ed è uno di quei rari casi in cui l'autore del romanzo, Chuck Palahniuk, è stato costretto ad ammettere la superiorità dell'adattamento al suo stesso libro.
Da un romanzo piuttosto mediocre di James Sallis, Nicolas Winding Refn ha tratto Drive, trasformandolo in un moderno capolavoro di stile e tensione, con al centro un Ryan Gosling indimenticabile. Non c'è niente da fare: quando si parla di fughe in auto, il cinema le fa meglio.
Chi ricorda che Forrest Gump è tratto da un romanzo? Ecco, appunto. Il libro in questione è di Winston Groom, un altro di quegli autori costretti ad ammettere la superiorità del film. Quello diretto da Robert Zemeckis, interpretato da un Tom Hanks premiato con l'Oscar e scritto da Eric Roth, che decise di rendere meno acerbo e più dolce il protagonista. Vincendo la sfida (e un Oscar).
Uno dei più grandi action movie mai fatti, non c'è storia. Pochi sanno, però, che Die Hard - Trappola di cristallo è tratto dal romanzo Nothing Lasts Forever di Roderick Thorpe. Il libro era stato inizialmente opzionato in quanto sequel di Inchiesta pericolosa, film con Frank Sinatra ispirato al romanzo The Detective di Thorpe. Ma poi il progetto cambiò del tutto, il ruolo fu affidato a un attore noto per le commedie (sì, proprio Bruce Willis) e il resto è storia.
Blade Runner è forse il più grande esempio di tutti. Tratto dal romanzo Ma gli androidi sognano pecore elettriche? di Philip K. Dick - uno che nella sua lunga e tormentata carriera di capolavori ne ha sfornati in abbondanza - il film di Ridley Scott lo batte per la sua capacità di abbinare stile e sostanza. La trama è più lineare e snella, viene aggiunto il sottotesto di una possibile natura "sintetica" di Deckard (Harrison Ford), vengono eliminate del tutto le famigerate "pecore elettriche" e, soprattutto, viene aggiunto il monologo finale di Roy Batty (scritto sul set da Rutger Hauer). Esatto: "Io ne ho viste cose che voi umani..." nel libro non c'è. E si è detto tutto.
Spesso si dice che è impossibile, adattando libri sul grande schermo, fare meglio dei romanzi. Invece esistono casi di film che sono superiori ai libri che li hanno ispirati, e quando questo succede si può parlare di capolavori del cinema.