Le origini dello sgroppino si collocano nel territorio veneto, dove la parola sgropìn indicava il classico sorbetto. La presenza del sorbetto a Venezia si può far risalire ai tempi del protezionismo bizantino (VI sec. d.C.). Ma è nel corso dei secoli successivi che si conosce una ricetta vicina a quella attuale. Gelato, succo di limone, vodka (e in alcuni casi anche una punta di prosecco). E in alcune varianti, spezie aromatiche come la cannella.
La notizia certa dell’uso dell’attuale ricetta risale al 1528. Lo sgroppino veniva servito sulle tavole aristocratiche della città di Venezia come intermezzo raffinato tra le diverse pietanze. Così da spezzare il sapore dei piatti appena consumati e preparare il palato a gustare nuove portate. Allo stesso scopo questo dessert viene servito in occasione di pranzi, feste e banchetti.
Per terminare una cena in bellezza. O anche solo per spezzare il ritmo tra le varie portate. Può risultare gradevole il consumo di un buon sgroppino al limone. Molti definiscono lo sgroppino una variante alcolica al sorbetto ma su questo ci sarebbe forse da discutere. Il sorbetto, di base, è più denso e quindi da consumare al cucchiaio mentre lo sgroppino, più fluido, si beve.
Gli ingredienti base dello sgroppino sono: gelato al limone, vodka e prosecco da dosare e variare in base alle numerose scuole di pensiero. C’è chi tende a dosare vodka e prosecco al 50% oppure, ridurre a 1/4 la dose del prosecco, eliminarlo o sostituirlo con altri vini secchi. Altri ancora aggiungono un po’ di panna liquida per renderlo ancora più cremoso. La parte alcolica può essere anche completamente ignorata ed il gelato al limone può essere sostituito da pompelmo, caffè. Ma qui ci allontaniamo dalla ricetta originale.
Il gelato va messo in un recipiente e lasciato ammorbidire in po’ quindi si inizia ad aggiungere vodka/prosecco mescolando (frullando) il tutto lentamente fino a rendere il composto omogeneo e senza grumi. Bastano pochi minuti, non si deve esagerare con il mescolare per evitare che il composto si scorpori. Una volta pronto si passa lo sgroppino in una caraffa e quindi ai bicchieri dei commensali.