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Donne e sport, ancora tanti i problemi

Molte sportive rivelano di sentirsi ancora giudicate solo per la propria bellezza

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Donne e sport. Sportive e l’immagine di estrema perfezione che esse hanno del proprio corpo. Secondo un recente sondaggio portato avanti da Sport England, il 75% delle donne intervistate vorrebbe fare sport ma è inibita per paura del giudizio sul fisico. E nonostante il valore dello sport sia celebrato anche dalle Nazioni Unite, oggi sono molti i freni culturali che impediscono alle donne di partecipare con entusiasmo all’attività fisica.

Basti pensare ai casi di cronaca recenti. Secondo quanto riportato da The Guardian il regista americano Spike Lee si è trovato di fronte ad un esempio del genere. Nel 2014 ha girato un documentario su Mo’ne Davis la quattordicenne giocatrice di baseball famosa per essere stata campionessa della Little League World Series. Proprio per questo motivo un suo scatto durante una partita è finito nella copertina del 2014 di Sports Illustrated. Alla domanda di commentare la foto, la giovane giocatrice ha espresso la propria criticità rispetto alla sua faccia tesa nello sforzo. “Sembro un pesce palla” – ha commentato la campionessa. Aggiungendo poi che la foto fosse anche molto espressiva della potenza che stava mettendo nel lancio. Una preoccupazione, quella dell’immagine delle sportive certificata anche da un’indagine della BT Sport. Secondo il sondaggio le donne atlete intervistate nel 67% dei casi hanno detto di temere il giudizio dei media. Soprattutto perché essi tendono a giudicare il loro aspetto fisico invece dei risultati sportivi.

Sportiva in piscina
Sportiva in piscina

L’atteggiamento positivo verso il proprio corpo è uno dei temi più sensibili per quel che ne riguarda l’accettazione. Solo di recente infatti è scoppiato un caso eclatante in Inghilterra. Dopo che si è saputo che Jessica Ennis-Hill, una delle facce di Londra 2012, è stata chiamata ‘grassa’ da uno dei funzionari della British Athletics. E l’atleta Hollie Avil si è ritirata dopo gli stessi Giochi Olimpici a causa di disordini alimentari dei quali soffriva. Insomma proprio nel luogo dell’equilibrio psicofisico per eccellenza, c’è ancora molto da fare.

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