Gli Europei 2016 stanno attirando in Francia nutrite schiere di tifosi da tutto il continente, per la stragrande maggioranza di sesso maschile. Temendo un’incontrollata ondata di prostituzione come avvenne per i campionati del 2012 in Ucraina, il Ministero della famiglia, dell’Infanzia e dei Diritti delle Donne francese, assieme alla città di Parigi e due associazioni dedicate alla tematica (Zéromacho et le Mouvement du Nid) ha lanciato una campagna di sensibilizzazione e prevenzione del turismo sessuale.
“Le prix d’une passe n’est pas celui que tu crois” è il motto della campagna, ovvero “il prezzo di un passaggio non è quello che credi” giocando sul significato di ‘passe’ come ‘passaggio’ in senso calcistico ma anche compravendita del sesso. Le grandi manifestazioni sportive, eventi fortemente maschili, spesso corrispondono ad un incremento della commercializzazione del corpo delle donne. Quello che la campagna vuole far comprendere, è che dietro la prostituzione c’è il racket, c’è schiavitù, c’è spesso violenza, e incentivare il turismo sessuale significa ‘compartecipare alla tratta e alla distruzione di milioni di persone vulnerabili’, come recita uno dei manifesti.
Sono migliaia le locandine affisse nelle città dove i tifosi sono attesi, e ancora di più i volantini distribuiti. Inoltre, i video verranno trasmessi (tradotti in inglese) durante l’intera durata del campionato. Un videoclip circolerà e sarà trasmesso nelle pause dei match, intitolato “Les hommes disent NON à la prostitution“. In Francia dallo scorso aprile è in vigore una legge che inasprisce le pene per i clienti delle prostitute, e che ribadisce che la compravendita di atti sessuali è vietata nel Paese. Chi fa affari sulla tratta delle donne (spesso originarie di Paesi poveri) sa che i grandi eventi sportivi sono un’occasione per lucrare ulteriormente sul commercio di esseri umani, e questa campagna mira a far comprendere quanto sia importante non incentivarlo.