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Unidentified Moving Object. La nascita e la negazione

Stefano Tordiglione, giovane artista della scena capitolina, ci conduce alla conoscenza della sua personalissima visione del mondo: l’incontro con U.M.O..

Opera di Stefano Tordiglione

Un artista che vive insieme alla propria opera; nascita e negazione come celebrazione  di opposti inconciliabili.
Un artista che con ironia lucida si interroga sul significato e la struttura delle cose. Abbiamo intervistato Stefano Tordiglione che con grazia e generosità ci ha condotto alla conoscenza della sua personalissima visione del mondo: l’incontro con U.M.O. . S.T.: “U.M.O. è una doppia cuspide che, tesa da una sorta di nodo centrale, punta nelle due direzioni opposte, rappresenta la dicotomia, ossia la divisione in due parti solitamente contrarie e tali da non poter lasciare spazio a una terza. È  in un certo modo la forma che presuppone la presenza, ma che tende a farsi assenza nel momento in cui se ne indaga il significato. U.M.O, che ironicamente rappresenta l’acronimo di Unidentified Moving Object, indica, infatti, la necessità di precisare e catalogare per nome un oggetto non identificato”. Attualmente sei presente a una mostra collettiva allestita nella neonata Changing Role – Move Over Gallery di Roma… “In questa esposizione che segna il battesimo della galleria Changing Role a Roma, ho presentato “Is this a game?” ,video già proposto nella mia personale a Napoli del novembre scorso, ed un’ installazione Reflecting U.M.O creata ad hoc per l’evento. L’ U.M.O è un simbolo che mi accompagna da diversi anni, è una forma in evoluzione, e la simbologia che spazia tra Italia e riferimenti internazionali. All’inizio era un concetto, poi man mano ha assunto una propria identità, una forma, esso rappresenta la dicotomia, la struttura fondamentale della vita”. La realizzazione dell’opera per la mostra di Napoli e poi di Roma ha implicato una grande dedizione e cura… “L’utilizzo del simbolo dal vero  ha determinato un lavoro faticoso, ho realizzato  un U.M.O di 3 metri in resina, un lavoro straordinario ed entusiasmante, che ha coinvolto artigiani di grande talento. La mostra di Napoli, che poi è la mia città, è stata un momento emozionante, credo molto nell’imprinting determinato dall’infanzia; la prima delle età della vita che, messa a confronto con il suo opposto, l’età adulta, incarna la dicotomia U.M.O. rappresentandone la verità, l’essenza dell’essenza, il simbolo nel simbolo”. Il tuo lavoro suggerisce diversi e possibili approcci… “Penso che sia molto importante la valenza estetica di un’opera, ma credo pure che ad una lettura iniziale, se ne possano affiancare delle altre. Ci sono differenti livelli, quello dell’ironia per esempio…” Come si diventa artisti e nel tuo caso come è accaduto? “La mia formazione è inizialmente musicale, a 4 anni suonavo il pianoforte, a 5 il primo concerto, a 18 ho interrotto. Dal ’93 ho iniziato ad avvicinarmi al mondo della fotografia, usavo una vecchia e splendida macchina di mio padre. Il senso del mio studio era rivolto al dettaglio, che si rivelava come elemento dotato di una vita a sé, autonoma. A poco a poco è cresciuta l’esigenza di donare agli altri la ricerca, il pensiero. Esiste una dicotomia tra il significato profondo delle cose e il quotidiano, questo è il centro della mia ricerca ”. Stefano Tordiglione – Video Role Changing Role – Move Over Gallery La mostra sarà visitabile dal martedì al sabato dalle 14 alle 20 fino al 15 ottobre 2007 Roma, Vicolo del Bollo 13. Tel. +39 3347089649 www.changingrole.com
infogallery@changingrole.com