E’ ormai assodata la tendenza della società moderna ad apprezzare oggetti e accessori non solo per la loro peculiare utilità ma anche dal punto di vista estetico, tanto che spesso artisti o designer tendono a cimentarsi nel ridisegnare le forme degli oggetti di uso quotidiano, facendo di questi delle piccole opere d’arte.
Non fanno eccezione nemmeno le macchine per il caffè, che spesso accoppiano alla ricerca dei sapori tradizionali quella di linee e forme sempre più rispondenti all’arredamento della casa di oggi, sia che essa sia dotata di una cucina spaziosa sia che si tratti di un monolocale con spazi da ottimizzare al meglio.
E’ così che l’artista svizzero Carlo Borer, classe 1961, che ha lavorato per parecchi anni su oggetti realizzati in fibra di vetro e alluminio, progetta per CB Industries una macchina per il caffè dalle linee estrose, a metà tra quelle di uno Sputnik e quelle di una mazza ferrata medievale.
La Etienne Louis, questo è il nome della macchina in questione, sfrutta la tecnologia Saeco per garantire la qualità di un ottimo caffè e nello stesso tempo si presenta come un oggetto d’arte d’acciaio e alluminio che non può certamente passare inosservato.
Ma un buon osservatore della nostra epoca non poteva lasciarsi sfuggire il dettaglio di quanti siano i caffè consumati da soli, in una pausa di lavoro o in un pomeriggio di studio. In questo caso è perfetta la soluzione fornita dai designer della WMF, ovvero quella di una piccola macchina capace di una sola tazzina per volta ma del tutto portatile e dalle linee ultramoderne.
La WMF-1 è un tutt’uno costituito da mini-serbatoio per l’acqua e tazzina integrata, dall’uso semplificato e ridotto a un solo tasto da spingere. Le linee estetiche richiamano in maniera diretta quelle di un prodotto partorito dall’entourage di Steve Jobs, tanto che se il nome fosse stato iCoffee non ci sarebbe stato gran che da stupirsi.