Collane, orecchini, bracciali che ciondolano, facendo dondolare un portafortuna, i sogni dell’infanzia, in forma di piccole bambole: Night Betty, Gold Kitty, Minnie, l’Orsetta Fiaxia e ancora mille altre storie dei cartoni animati che furono una volta.
L’idea è venuta a Raffella Gasbarro e Ida Bernardini, mamma e figlia, che in tempi di precariato diffuso e di lavori a cottimo si sono inventate una bigiotteria e un marchio: Rafida, come l’acronimo spezzato sulle iniziali dei loro nomi, troppo lunghi per diventare un logo.
Le collane, fatto curioso ma non troppo, sono diventate subito un cult a Roma ma soprattutto nel mondo televisivo che si alimenta di immagine e di sé. La indossano con piacere la conduttrice del programma tv “Forum” Rita Dalla Chiesa, Giovanna Silvestri, costumista di Milly Carlucci a “Ballando sotto le stelle” dove ha inventato una galleria di costumi da far invidia ai creativi dell’alta moda. E ancora Luana Biscomi, faccia da bambina e grinta da cow-boy nota al pubblico televisivo grazie a un programma che mischiava strafottenza e sfacciataggine: “Diglielo in faccia”, dove l’ospite finiva sulla graticola ancor prima di arrivare. E spesso non la prendeva bene.
A dare una mano a Rafida, per lo sbarco nel luccicante mondo della televisione, è stato sicuramente Stefano Longarone, hair stylist delle dive da piccolo schermo, che sin dal primo giorno si è innamorato delle collane con le Kitty penzolanti. Per farcela, nell’Italia del 2007, succede anche questo: che il piccolo schermo aiuti a far decollare un’impresa che disegna bigiotteria per inventarsi un mestiere. E così l’idea di Raffaella e Ida si è trasformata, dall’iniziale proviamoci, in un vero e proprio lavoro, con tanto di catene di negozi del centro che si contendono l’esclusiva delle collane.
C’è le ha Strada, in via del Corso, Iki, al Fleming, Victory (sempre di Strada) in via Due Macelli, e le due creative si fregano le mani. Da alcune settimane, in vista della stagione estiva e con mezza Rai che passa i propri week-end a Fregene, le Rafida sono arrivate pure lì. E pensare che quando hanno cominciato, un po’ per inventarsi un lavoro e un po’ perché nella vita bisogna tentare qualcosa per non finire con l’annoiarsi troppo, la loro filosofia era soprattutto di “costume”: “Il tuo personaggio preferito – dice Raffaella a Fastweb – il tuo portafortuna, il tuo sogno da bambina che si realizza attraverso una collana. Così ci è venuta l’idea del gioiello bijou spiritoso e strepitoso. Con un lieto fine: come in tutte le favole i sogni diventano realizzabili e quindi te li puoi indossare”.
Una piccola pretty woman in versione romana, senza l’uomo che ti cambia la vita perché al suo posto c’è un’idea che diventa una collana. Che diamine, siamo alla televisione e spesso, lì dentro, i sogni diventano realtà. Basta non crederci troppo, le fiabe servono a questo.