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L’altra Istanbul

In mostra all’Ara Pacis il fotografo Ara Güler e altri 4 importanti autori turchi per descrivere Istanbul contemporanea tra tradizione e modernità.

Fotografia di Ara Guler

“Istanbul come malinconia condivisa, Istanbul come doppio, Istanbul come immagini in bianco e nero di edifici sbriciolati e di minareti fantasma, Istanbul come labirinto di strade osservate da alte finestre e balconi, Istanbul come invenzione degli stranieri, Istanbul come luogo di primi amori e ultimi riti…”. Alberto Manguel The Washington Post

Nel suggestivo scenario del Museo dell’Ara Pacis, la mostra fotografica “L’altra Istanbul”. Per la prima volta in Italia sono esposte 30 fotografie di Ara Güler, il più grande fotografo turco vivente, che blocca nelle sue immagini in bianco e nero una Istanbul sofferente, da “cronista”, come lui stesso ama definirsi. Nato nel 1928, inizia infatti la sua carriera come giornalista nel 1950 e solo sei anni più tardi incontra due straordinari fotografi della Magnum come Marc Riboud e Henri Cartier-Bresson. A seguito di questo incontro, comincia a lavorare come fotografo per le più importanti riviste internazionali come Paris Match e Life, puntando l’obiettivo della sua Leica in particolar modo sui volti della gente. Spingendo la fotografia ad essere una scansione che cattura un momento da consegnare alle future generazioni, Ara Güler dichiara il suo amore per la Turchia: “Poiché non hanno mai conosciuto la città del passato e non possono immaginarla, le nuove generazioni pensano che questa di oggi sia Istanbul e che sia sempre stata così. Quando guardano una vecchia fotografia rimangono attoniti”.

Le immagini di Ara Güler svelano una Istanbul tra gli anni 50 e 60, ancora legata alle sue tradizioni ma già in veloce sviluppo. Una città bella e malinconica come descritta nei libri di Orhan Pamuk. Accanto ad esse, in un percorso artistico e generazionale, l’esposizione presenta le immagini di Ercan Arslan, Coskun Asar, Kutup Dalgakiran ed Erdal Yazici, quattro autori che per età e per stile possiamo accomunare al maestro, in cui ritroviamo l’ Istanbul moderna, esplosione di vita e di progetti. Una città che pur conservando le sue forti tradizioni guarda alla contemporaneità, completando quindi il tracciato fotografico di questo straordinario Paese.

Kutup Dalgakiran (1960) presenta un lavoro dedicato alla comunità dei Rom che esprimono, nei loro vivaci costumi delle feste tradizionali, stralci gioiosi di vita quotidiana; Coskun Asar, classe ’74, ci racconta le sterminate periferie di Istanbul in cui dilagano gli slum di un’urbanizzazione selvaggia, segnata dalle piaghe della povertà e dell’emarginazione. I suoi ragazzi di strada esprimono tutto il malessere di una gioventù che ancora non ha trovato una sua giusta collocazione; Erdal Yazici (1953) focalizza la sua attenzione su quegli antichi mestieri e le tradizioni in via di estinzione, che non devono essere dimenticati. E infine le immagini di Ercan Arslan, classe ’70, ci mostrano i colori e le luci di una città che pulsa e che corre verso il futuro.

Contemporaneamente alla mostra fotografica, il progetto prevede un’articolata rassegna dedicata al cinema turco (8 -18 novembre) e curata dal MedFilm Festival nell’ambito della XIII edizione della manifestazione (www.medfilmfestival.org).      

L’altra Istanbul
Museo dell’Ara Pacis di Roma, Lungotevere in Augusta
Orario : martedì-domenica 9.00-19.00 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Ingresso : intero € 6,50 ridotto € 4,50
Call center : tel. 06.82059127 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.30) – www.arapacis.it