Da tre anni la Galleria Sottana del MIAAO, il Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi di Torino, in occasione delle festività natalizie si trasforma in un grande temporary shop. È un caso unico tra i musei italiani per dimensione degli spazi dedicati al commercio e per varietà tipologica di artefatti posti in vendita.
Un’esperienza di grande successo nata nel 2006 con Supercraft Supergift, e proseguita nel 2007 con Christmas Crafts, per dimostrare nei fatti il nuovo appeal anche commerciale raggiunto dalle arti applicate locali e internazionali.
Quest’anno la mostra mercato di Natale dal titolo XMAS Crafts (fino al 6 gennaio 2009) si rinnova e si arricchisce con un’altra importante, “rivoluzionaria” novità: il MIAAO proporrà non solo “oggettistica” e merchandising, ma anche vere e proprie opere d’arte, riproponendo un Ufficio Vendite come quello per decenni attivato da istituzioni espositive come la Biennale di Venezia e poi, dopo la “contestazione” della fine degli anni ’60, abolito, in nome di un preteso “rifiuto del mercato”. Le ragioni di questa scelta, che farà certo discutere, sono presto dette. Da una parte, i tagli ai finanziamenti pubblici per la cultura, destinati a divenire sempre più crudeli, rendono necessarie nuove azioni di autofinanziamento. Dall’altra, molti artisti di valore, soprattutto quelli “applicati” -ma non soltanto- non trovano accesso al “sistema” dell’arte. Ancora, compratori e collezionisti si trovano troppe volte di fronte a “valori aggiunti” non sempre giustificabili dal punto di vista del rapporto qualità-prezzo. Il MIAAO “certificherà” quindi, culturalmente e commercialmente, le opere, cercando di garantire, non avendo fini di lucro ma di sola sussistenza, maggior utile ad artisti e artieri, maggior convenienza ai compratori, e fungendo da “calmiere di mercato”.
La prima sperimentazione di questo nuovo ruolo del MIAAO inizierà dunque con la mostra XMAS Crafts nella quale da un lato sarà di nuovo possibile acquistare geniali “carabattole” come quelle del gruppo di designer francesi che si autoproducono Atypyk; dall’altro, per la prima volta, quadri, grafiche e fotografie esposte in contemporanea nella mostra allestita nella Galleria Soprana del Museo, Dalle Città dell’Aldilà. Qualche esempio? Dai divertissement dei magneti-scarafaggi da cucina a 7 euro o dal dispenser di tovaglioli e fazzoletti di carta a forma di cilindro da mago a 17 euro di Atypyk o alle borse della giovane stilista Matlama a 70 euro sino a una grafica fine art in esemplare unico di Aurélien Police a 150 euro o una fotografia di Sir Simon Marsden a 300 euro o a un grande olio su tela storico di Pierre Clayette a 1500 euro.
Il MIAAO non è solo un museo-distributore, ma anche produttore specializzato in enologia e gastronomia. I vini del MIAAO – rosso, bianco e da dessert, mostrano il disegno delle etichette del gruppo di grafici Bellissimo. Il cioccolato è intitolato Teo-bromina, “cibo da Dio”, foggiato a capsuloni su disegno di Daniela Boni dal Capitano Rosso. Raramente questo primato subalpino nel gusto è insidiato al MIAAO, tranne quando si tratta di rendere omaggio a un vero campione del mondo, come il ‘confetturiere’ transalpino Francis Miot, le cui marmellate ‘storico-erotiche’ -la Couilles du Pape e la Cul d’ Ange, la Favorite du Roy e la Vert Galant “aux vertus aphrodisiaques”- titilleranno per la prima volta in Italia diversi organi e sensi, ‘alti’ e ‘bassi’, come altri prodotti da banco e “sottobanco”…