La sua fortuna è stata, da sempre, la posizione: un passaggio obbligato per chi attraversava la Valle d’Aosta sulla Via Consolare delle Gallie. Oggi Saint-Vincent ha certo molte più carte da giocarsi, oltre il clima particolarmente felice che le è valso l’appellativo di Riviera delle Alpi e le Fonti Termali scoperte fin dall’epoca dei romani e valorizzate a partire dal 1770 dall’Abate Perret che evidenziò le proprietà benefiche di quella che sarebbe diventata per tutti la “Fons Salutis”. C’è il Casino de la Vallée, centro vitale della cittadina, e ci sono eventi che si fanno ricordare come il Premio Saint-Vincent per il Giornalismo, o la Grolla d’Oro, uno dei più significativi premi dedicati al Cinema Italiano fin dal 1953.
Come tutte le destinazioni nate sotto la buona stella del turismo termale, anche Saint-Vincent mantiene una certa impostazione “borghese” pur svecchiata soprattutto dai dintorni dove ancora sopravvivono numerosi rascards, le tipiche abitazioni valdostane rurali in legno, mutuate dall’influenza dell’architettura Walser, una popolazione germanica migrata in Valle d’Aosta nel XII secolo d.C. dalla Svizzera. Esempio di architettura liberty e di lussuoso albergo da belle époque è il Grand Hotel Billia (V.le Piemonte 72, tel. 0166/5231, http://www.grandhotelbillia.com), vero e proprio tempio del turismo d’élite internazionale nei primi anni del Novecento.
Nel cuore del paese si trova la Chiesa di San Vincenzo, edificata in stile romanico nell’XI secolo dai benedettini, al cui interno si possono osservare cicli pittorici di varie epoche, nonché un piccolo museo di arte sacra, arredi e vasi sacri, reliquiari e paramenti ricamati in seta anteriori al 1553. Particolare attenzione merita la cripta, che è il più antico monumento medioevale di Saint-Vincent.
La buona cucina è un altro motivo per attardarsi tra le strade della cittadina, giochi nel Casino a parte. Si possono assaggiare squisiti gnocchetti verdi con fonduta o un vitello 4 vignobles presso il Ristorante Bistrot Le Vin Coeur (via Marconi 20, tel. 0166/511100), facile da trovare, proprio accanto al Casino e aperto fino a tarda notte. L’eleganza sfila sulla stessa via dove si trova anche il ristorante Renato Cumarini (via Marconi 1, tel. 0166/513164), dove è di casa la cucina classica e valdostana tra arredi con mobili antichi e volte che riportano stemmi di case nobiliari valdostane. Tra le specialità da non perdere, il filetto al Barolo e la scaloppa valdostana.
Di classe ne ha da vendere anche il Ristorante Vineria Enoteca Borracho (via Chanoux 33, tel. 0166/518118, http://www.borracho.it), un locale di fine Ottocento dall’atmosfera suggestiva delle cantine tipiche valdostane, con volte in pietra e mattoni. Altro stile, invece, per il Calico City Saloon Restaurant Café in Piazza XXVIII Aprile (civico 21, tel. 0166/512531) dove in un ambiente da tipico saloon americano con selle e fucili si può addentare un sottofiletto Charol se non una salsiccia e fagioli del cowboy. Ambiente decisamente rustico ma sempre elegante, adatto a tutti.
Anche per il soggiorno, seduzioni di stile non mancano di certo anche se – come la tradizione valdostana vuole – le soluzioni a conduzione familiare rimangono le più appetibili. Raffinato e di classe, l’Hotel de la Ville (via Aichino 6/8, tel. 0166/511502, /www.hoteldelavillevda.it), riesce a conciliare entrambe le cose. Affacciato sulla Via Chanoux, l’isola pedonale riservata allo shopping, a pochi passi dal Casino de la Vallée e dalla Funicolare che porta alle terme, l’albergo è in una posizione senz’altro ottimale. E uno dei tre principali 4 stelle di Saint Vincent (insieme al Grand Hotel Billia e all’Atahotel Miramonti di via Ponte Romano 25).
Per concludere, una segnalazione che potrebbe interessare i cultori di musica “alta”: in pieno stile con l’eleganza del luogo, il 21 marzo si esibirà Franco Battiato presso il Palais Saint-Vincent (nella foto), una delle strutture più tecnologiche di cui la località va fiera. Biglietto unico, 20 euro, in vendita dal 2 marzo. Info: www.saintvincentvda.it