Chi si nasconde dietro le quinte del musical teatrale più atteso dell’anno, quel “Bollywood The Show” che prima del debutto barcellonese aveva già venduto 12mila biglietti per le repliche catalane previste fino al 25 aprile? Naturalmente (trattandosi di spettacolo danzato), una coreografa di straordinario talento, Vaibhavi Merchant, artista indiana che, soltanto negli ultimi 10 anni, ha collezionato una serie impressionante di successi teatrali e cinematografici. Cento kolossal, dal sapore tipicamente hindi, tra cui il celebre “Lagaan” (Ashutosha Gowarikar), nominato all’Oscar 2001 e realizzato con quel tocco old fashion che è la cifra stilistica di Vaibhavi, e “Devdas” (Sanjay Leela Bhansali, 2002), una storia d’amore che va oltre ad ogni cosa, persino alla vita.
Un contributo, quello della Merchant, che fa la differenza, essendo il mondo dello spettacolo indiano indissolubilmente legato alla musica e all’interpretazione danzante di attori e innumerevoli comparse. Ma riguardo a “Bollywood The Show”, in attesa in Italia dal 28 aprile al 17 maggio, la presenza della coreografa 34enne è una condicio a cui la produzione non avrebbe rinunciato per nulla al mondo.
Si dà il caso, infatti, che Vaibhavi sia la più giovane tra le figlie della famiglia di ballerini e musicisti Merchant a cui s’intrecciano gli 80 anni di storia narrati dallo show multimilionario. Chi meglio di lei avrebbe dunque potuto raccontare le vicende dei suoi stessi parenti ed in particolare, le difficoltà incontrate in famiglia e in una società ancora chiusa rispetto alla “questione femminile”, per conquistarsi il diritto di ballare?
A sentir lei, diventare astronauta sarebbe stato di gran lunga più semplice, soprattutto con un nonno come il suo che, nonostante fosse capostipite dello stile coreografico Sri Hiralal, restava fedele protettore delle convenzioni indiane. Ma, a giudicare dal risultato, l’ultimogenita Merchant sembra averla avuta vinta, trovando un modo tutto suo, ardito e al tempo romantico, di rispettare la tradizione familiare e della propria terra. Raccontandola, fedelmente, attraverso pennellate vivaci e romantiche, che ripropongono abitudini, clichè, tic sociali della sua India. Come in quest’ultimo affresco animato che, sulle note di “Shava Shava” e della già celebre colonna sonora, rischia di fare impazzire tutto lo stivale, soffiando una ventata di curry sulla prossima estate italiana.