Il tratto tra Milano e Gaggiano è forse uno dei tratti più interessanti dei possibili percorsi lungo i navigli. Nei circa dieci chilometri che separano la Darsena dal centro di Gaggiano di cose da vedere ce nè davvero molte, e le soste a volte diventano irrinunciabili. Chi preferisce fare le cose con calma può persino salire sul battello che ogni domenica serve questo tratto.
Il quartiere ticinese, da dove parte il nostro percorso, è un tipico quartiere di ringhiera dove le case sono rimaste inalterate negli anni. Questa un tempo era una zona popolare, animata da mercati e negozietti. Ora è diventata una zona molto in, frequentata da artisti, modelle, universitari e giovani rampolli della società bene. Ma latmosfera che si respira è unica, poiché di fianco a locali di tendenza ci sono ancora le ultime botteghe artigianali, i cortili delle case risplendono spesso di colori accesi e curiosando qua e là si può certamente scorgere qualche pittore concentrato sul lavoro.
Girando a destra simbocca Ripa di porta ticinese, lungo il Naviglio grande. Qui sbuca vicolo Lavandai con lantico lavatoio dove le massaie milanesi venivano a lavare il bucato. La strada prosegue lungo via Ludovico il Moro, tra case basse, colorate di rosso, ocra e rosa, con gli ingressi che sono portoni di legno massiccio, un tempo adatti a far passare carrozze e cavalli.
Poco dopo, sulla destra, cimbattiamo nella Chiesa di S. Cristoforo, che si può indovinare tra gli alberi, dove per secoli vescovi e duchesse si sono dati appuntamento in attesa di imbarcarsi verso le residenze di campagna. Si prosegue dritto risalendo le acque del Naviglio grande, in un susseguirsi di ponti in ferro battuto. Presto si costeggia il palazzo della Canottieri Milano, dalla forma originale e curiosa.
Di colpo il paesaggio cambia: stiamo attraversando larea dismessa dellex fabbrica di porcellane Richard Ginori. Un complesso monumentale, lungo quasi un chilometro, e che affascina per via di quellaria sinistra fatta di vetri rotti, camini spenti e ferro arrugginito. Un tempo, assieme alla Veglia Borletti, era lorgoglio della Milano che lavora.
Si entra poi in Corsico, paesone periferico che tuttavia conserva un centro storico grazioso, dove le cascine che un tempo circondavano la chiesa ora, ristrutturate a dovere, sono appartamenti signorili.
Si passa oltre e, dopo un paio di chilometri di campagna, si arriva a Gaggiano. Un tempo era il quartiere dormitorio per gli operai che lavoravano alla costruzione dei navigli. Gaggiano gode da pochi anni di nuovo splendore. Il comune ha infatti ristrutturato tutte le case che si addossano al naviglio, restituendo loro gli antichi colori accesi. Dalla barca che le costeggia lo spettacolo è notevole. Le facciate arancioni, gialle, rosse, si riflettono nellacqua e lacqua le fa brillare. Di fronte al Santuario di S. Invenzio, a pochi passi dalla riva, si erge la colonna che gli abitanti dedicarono alla Madonna in segno di riconoscenza per averli miracolosamente preservati dalla peste del 1630.
Dalla parte opposta del santuario è Villa Venini degli Uboldi, della prima metà del Settecento, con una magnifica corte interna. A pochi passi sorge Villa Marino, conosciuta anche come Palazzo stampa, una dei più begli esempi delle ville dei navigli. Ad essa è collegato un fatto di sangue che risale al 1500, quando il ricco banchiere Tommaso Marino, proprietario della dimora, uccise la moglie a coltellate.
Il percorso termina qui, ma i navigli proseguono e sinoltrano nel vigevanese e nel magentino, tra ville, castelli e borghi.