Celentano ci saluta. LAdriano più famoso dItalia, dopo quattro puntate allinsegna della musica e del gusto per il dibattito, ritorna a casa ma, ne siamo certi, gli strascichi polemici legati alle sue dichiarazioni e il ricordo dalcuni momenti dello show, vedi duetto con il premio nobel Dario Fo, resteranno negli occhi e nelle menti degli italiani per molto, molto tempo ancora. In questultima puntata linizio era sfavillante: Celentano, seduto ad un tavolo attorno ai membri del suo nuovo clan televisivo, Gaber, Fo ed Albanese, iniziava una discussione sui perché e i per come della televisione, questo strumento così importante ed innovativo che, tuttavia, nessuno ha ancora capito a cosa serva. Il momento, bello, era ravvivato dalla consueta ironia di Celentano che, interrogato dagli altri sul fatto se un monologo di Albanese alzasse o no laudience di un programma, rispondeva così ai suoi compagni davventura: mah secondo me rimane uguale!. I 4 mostri della televisione, in senso buono ovviamente, facevano sfoggio di talento e bravura in questinizio di puntata, con un Dario Fo sopra le righe (specialmente nel suo monologo in volgare sulla cosa marrone di cui non si vuol mai parlare). Quasi subito, poi, il clan si arricchiva di un ospite inatteso: arrivava Jannacci che, trovata geniale, era in ritardo perché era stato rinchiuso in un seggio elettorale. I cinque davano insieme, letteralmente, spettacolo, cantando, giocando tra loro, dando in ogni modo vita ad un momento di grande improvvisazione e comicità. Analizzando i suoi monologhi Celentano ci spiegava cosera, secondo lui, la scalogna, definita la conseguenza naturale di chi agisce male, ribadiva il suo astio contro i due cuochi Costanzo e Fazio, e presentava il supposto Jettatore marco Masini, vittima delle malignità e delle calunnie di un mondo che ti regala popolarità immediata ma che, con altrettanta facilità, ti etichetta con estrema superficialità (e per smitizzare questo,il buon Adriano si presentava in studio con un drappo color viola, come tutti sappiamo ritenuto dagli uomini di spettacolo colore non proprio portafortuna ). Quindi Fiorello: lex codino, per la prima volta a contatto con lex molleggiato, sfoggiava alcuni cavalli di battaglia del suo repertorio, per concludere con un memorabile duetto con Celentano, sulle note dAzzurro, forse è la canzone più celebre di Adriano. Dopo un’altra puntata dellispettore Gluck, questa volta sul tema perché abbiamo ucciso il bello, a sfondo prettamente ecologico, con Marcello Giannini e Claudio Amendola guest star deccezione, si arrivava così al gran finale della trasmissione. Il momento (se si eccettua una sporadica nuova incursione di Fiorello n.d.r.) era completamente dedicato alla musica, con gli interventi di Raf, Gianni Bella e di uno splendido, insolitamente sorridente, Ivano Fossati che, in coppia col conduttore, rielaborava a modo suo un vecchio successo del Molleggiato. 125 milioni di caz..ate si chiudeva, infine, con l’inutile dialogo tra Asia Argento e Celentano, forse in assoluto il momento del programma del quale sentiremo meno la mancanza. Dispiace dire questo nei confronti di una professionista bella e brava come Asia, sacrificata però troppo, a nostro avviso, dall’Adriano regista debuttante (peraltro capace di migliorarsi di puntata in puntata) in un ruolo esclusivamente iconografico. E sì perché, di là di tutto, ci mancherà di sicuro il Re degli Ignoranti, capace di realizzare, a differenza di molti altri mestieranti della televisione, uno spettacolo a volte lento ma certamente originale, ricco didee, più o meno indovinate, che hanno catturato linteresse del telespettatore italiano medio, stufo dei soliti programmi dalla lacrima facile (“Stranamore”, “Cè posta per te”, “Carramba”, ecc, ecc) o di quelli dove, come rilevava giustamente larguto Gaber: Tutti, conduttori, ospiti, gente del pubblico sembrano divertirsi un mondo, peccato però che a casa nessuno ride, anzi dormono tutti!. Ciao Johnny, ci mancherai!
Il nuovo clan
In quest’ultima puntata l’inizio era sfavillante: Celentano, seduto ad un tavolo attorno ai membri del suo nuovo “clan” televisivo, Gaber, Fo ed Albanese, iniziava una discussione sui perché e i per come della televisione.